Venerdì scorso, due giorni prima di Pompei-Reggina, in conferenza stampa, è stato chiesto a mister Trocini se considerare straordinario comunque il risultato della sua squadra, a prescindere dal primo posto. Questa la risposta di Trocini: “il risultato condizionerà il giudizio. Se vinciamo siamo grandi, se non vinciamo sono guai. Quello incide tantissimo”. Risposta saggia, eppure l’allenatore avrebbe potuto dire tutt’altro, dalla sua posizione. Da uomo di calcio, però, sa che è così che funziona: conta il risultato. A maggior ragione perché stiamo parlando di Serie D e della Reggina in Serie D. Perché per la Reggina, nel calcio, di straordinario c’è una promozione in Serie A, al massimo una bella rincorsa per giocarsela, la Serie A. In Serie D, di straordinario non c’è niente. Anzi sì: continuare a rimanere impantanati in questa categoria. Quello è sicuramente straordinario, nel senso che è fuori dall’ordinario. E’ fuori dall’ordinario che la Reggina giochi in Serie D, che lo faccia per due anni di fila e che rischi di farlo per il terzo di fila.
Lo ripetiamo da due anni, senza soluzione di continuità. Reggio Calabria non può accontentarsi della Serie D, neanche per un anno, figuriamoci per due, tre o altri ancora. Reggio Calabria non può attestarsi sulla mediocrità. Non può pensare che basti un cammino come quello attuale per giustificare un’altra annata senza risultati. Eppure è ciò che sta passando. E’ quello che una parte di ambiente, con una parte di stampa, sta cercando di trasmettere ai soliti tifosi facilmente addomesticabili. Addolcire la pillola, come è accaduto l’anno scorso. Un anno fa di questi tempi, a conti ormai fatti (in realtà mai in discussione), già si raccontava ai tifosi che si era partiti in ritardo e quindi la mancata vittoria ci poteva stare. E allo stesso tempo si diceva: “niente più alibi, l’anno prossimo non si può sbagliare”.
Oggi, sempre i soliti narratori di favole, raccontano alla città che – comunque andrà – sarà un successo, semplicemente perché si è tenuta un’altissima media punti nel girone di ritorno. Ma per la Reggina, in Serie D, vincerle tutte è normalità, non un fatto straordinario. E se la Serie C non arriverà, neanche questa volta, sarà perché c’è stata una squadra migliore. E in D non è concepibile, per Reggio Calabria. Se la Reggina non salirà sarà perché la squadra più forte, il Siracusa, ha vinto sia all’andata che al ritorno. Punto. Non c’è altra spiegazione logica. Sono numeri, matematica. Vince chi fa più punti e la Reggina, in Serie D, dovrebbe farne sempre più di tutti. Una mancata promozione equivale a un fallimento, il secondo. Altro che fatto straordinario.
Dovremmo andare orgogliosi di Ballarino (sigh)
Se poi gli amaranto riusciranno ad avere la meglio, scavalcando il Siracusa e ottenendo la promozione in Serie C, tanti meriti a Trocini e ai calciatori, ma per Reggio Calabria non c’è nulla di straordinario. Già Trocini ha compiuto un miracolo lo scorso anno e lo stesso sta facendo oggi, considerando le condizioni di tanti calciatori fino a gennaio e considerando che nessuno si sarebbe aspettato questo percorso fino a qualche mese fa. Tanti meriti, dunque, a lui e a una squadra mai doma. Ma se oggi la Reggina rincorre, e se non è mai stata prima, è sempre per via di una proprietà che ha ben pensato di mandarlo via, lo scorso anno, commettendo l’ennesimo errore. E pensare che oggi c’è chi dice che dovremmo andare orgogliosi di Ballarino. Certo. Fieri. A petto alto. Cittadinanza onoraria pure a lui. Magari anche la statua a Piazza Indipendenza, considerando che ancora mancano le idee su come sostituire l’aiuola in centro città.
Ballarino non ha vinto nulla, ancora. Qual è il suo massimo risultato? Il marchio non comprato da lui? Un Sant’Agata che ancora continua a ospitarlo senza soluzioni al di là delle belle parole? Oppure il premio come miglior attore nelle conferenze stampa, che sono più show personali che altro? Non lo sappiamo. Di certo, c’è poco da esaltare. Di questi tempi, da business plan, doveva essere a giocarsi la B con l’Avellino. Lì, per la statua, ci avremmo pure potuto pensare. Ma oggi, a queste condizioni, per favore, non riempite ancora di balle la testa dei tifosi.



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