Palermo e il trasporto su gomma: tra sfide quotidiane e nuove prospettive

Palermo e il trasporto su gomma: tra sfide quotidiane e nuove prospettive, una città che non riesce ad affrancarsi da complesse problematiche di mobilità

Il trasporto pubblico su gomma a Palermo è da tempo al centro di discussioni e polemiche. La recente soppressione della linea 704, che collegava il quartiere Pallavicino al centro città, attraversando le prestigiose aree residenziali di Resuttana e viale Strasburgo, ha riacceso il dibattito sull’efficienza e l’accessibilità del servizio offerto dall’AMAT, l’azienda municipalizzata che gestisce la rete di autobus e tram nel capoluogo siciliano.

La rete tramviaria, pur rappresentando un tentativo di modernizzazione, rimane limitata a poche direttrici e non riesce a coprire in maniera efficace le reali esigenze di mobilità urbana. Il risultato è un sistema frammentato, nel quale gli utenti si trovano spesso costretti a utilizzare mezzi privati per spostarsi rapidamente o raggiungere zone mal servite.

Una mobilità senza integrazione

Uno dei nodi più critici riguarda la mancanza di integrazione tra i vari sistemi di trasporto, in particolare tra autobus, tram e il passante ferroviario metropolitano. Quest’ultimo, che collega l’aeroporto Falcone e Borsellino con il centro città e la stazione centrale, rappresenta una risorsa strategica per la mobilità urbana, ma la sua scarsa connessione con il resto del trasporto pubblico ne limita fortemente l’utilizzo.

Nelle stazioni ferroviarie urbane non esistono coincidenze ben pianificate con autobus o tram, né un sistema di bigliettazione integrata che faciliti il passaggio da un mezzo all’altro. La linea, peraltro, è servita da pochissimi treni, un paio l’ora per direzione: e poichè questi treni non fermano in tutte le stazioni, alcuni quartieri si ritrovano serviti da un solo treno ogni ora. Per non parlare della stazione Maredolce, inaugurata nel 2015 ma mai entrata effettivamente in servizio.

E’ evidente come l’assenza di una cabina di regia unica e di un piano coerente di mobilità urbana renda inefficaci anche gli strumenti già disponibili.

Il grande assente: una vera metropolitana

Palermo è una delle poche grandi città europee a non disporre di una metropolitana propriamente detta. Nonostante le ripetute promesse e i progetti annunciati negli anni, nessuna linea metropolitana è mai stata realizzata. Una mancanza che pesa enormemente su una città con quasi 700.000 abitanti, che diventano almeno 1.300.000 considerando l’hinterland, costretta ad affidarsi a un sistema di trasporto pubblico lento, poco affidabile e incapace di reggere il confronto con le esigenze di una metropoli moderna.

L’assenza di una metropolitana si traduce anche in una congestione cronica del traffico, inquinamento diffuso e disuguaglianze territoriali: alcune zone, come quelle a monte o i quartieri periferici, restano sistematicamente escluse dai flussi di mobilità efficiente.

Una trasformazione necessaria

Per rendere il trasporto pubblico a Palermo realmente efficiente, serve molto più di qualche nuovo autobus o l’ampliamento occasionale del tram. Occorre un cambiamento strutturale e culturale. È necessario sviluppare un piano integrato della mobilità, che consideri l’interconnessione tra bus, tram, treni e — finalmente — un progetto realistico di metropolitana. Rispolverando, magari, quello della MAL (Metropolitana Automatica Leggera) accantonato per discutibili scelte politiche del passato, volte a preferire il tram.

Servono investimenti in tecnologia, manutenzione, formazione del personale e soprattutto in programmazione e visione strategica. Palermo non può più permettersi un trasporto pubblico pensato per tamponare emergenze o tagliare costi: è tempo di costruire una rete moderna, accessibile, sostenibile e davvero al servizio dei cittadini.

Solo attraverso un approccio integrato e una visione a lungo termine sarà possibile trasformare il trasporto pubblico palermitano in un servizio all’altezza delle aspettative e delle necessità di una grande città europea.