L’A20 Messina-Palermo: arteria strategica tra storia e sfide ingegneristiche

Se ne parla solo per le scarse condizioni manutentive, ma la A20 rimane un capolavoro di ingegneria

L’autostrada A20, meglio nota come la Messina-Palermo, è una delle principali infrastrutture viarie della Sicilia, con una storia lunga e complessa, segnata da ritardi, sfide ingegneristiche e un ruolo fondamentale per la mobilità dell’isola. Sebbene venga comunemente definita “Palermo-Messina”, il tracciato termina a Buonfornello, in provincia di Palermo, dove si innesta sull’autostrada A19 in direzione del capoluogo siciliano. Da qui, infatti, mancano ancora circa 43 chilometri per arrivare a Palermo.

Un’infrastruttura imponente

L’A20 si estende per 183 chilometri, da Tremestieri (Messina Sud) a Buonfornello, attraversando un territorio variegato tra costa tirrenica, rilievi montuosi e vallate profonde. Per superare le sfide orografiche del tracciato, l’autostrada è stata dotata di un’ingente quantità di opere d’arte:

  • Oltre 100 gallerie, con una lunghezza complessiva che supera i 50 km, rendendola una delle autostrade più “sotterranee” d’Italia.
  • Più di 90 viadotti, per un totale di oltre 20 km di strutture sospese, necessarie a valicare torrenti e vallate.

Un tratto particolarmente complesso è quello tra S. Agata di Militello e Castelbuono, completato nel 2004, dove si concentrano 16 gallerie e 14 viadotti, testimonianza della complessità costruttiva dell’opera.

Un percorso tra mare e montagna

Lungo il suo sviluppo, l’A20 attraversa numerosi centri abitati e località turistiche di rilievo, come Milazzo, Capo d’Orlando, Cefalù, servite da 22 svincoli autostradali. Le aree di servizio sono piuttosto rare, e diversamente distribuite per direzione:

In direzione Palermo ne troviamo soltanto due: Divieto Nord (km 161) situata nel territorio di Villafranca Tirrena, e Tremestieri Ovest (km 1,500) situata poco dopo lo svincolo di Messina Sud – Tremestieri.

In Direzione Messina gli automobilisti possono fruire di Divieto Sud (km 161), Olivarella Sud (km 143), situata nei pressi di Milazzo ed Acquedolci Sud (km 72) situata nei pressi di Acquedolci.

È importante notare che, a seguito di un incendio nel luglio 2023, l’area di servizio Tindari Nord è attualmente non operativa. Numerose piazzole di sosta sono distribuite lungo l’intero tracciato per agevolare la percorrenza degli automobilisti.

Il primo tratto, tra Messina e Villafranca Tirrena, fu inaugurato nel 1972, ma ci vollero più di trent’anni per vedere completata l’intera autostrada. L’ultimo segmento, tra Furiano e Castelbuono, fu infatti inaugurato solo nel dicembre 2004. Un’opera attesa per decenni, spesso definita “eterna incompiuta”.

Un sistema a pedaggio e doppia gestione

L’A20 è una delle poche autostrade italiane non gestite da Autostrade per l’Italia, ma dal Consorzio per le Autostrade Siciliane (CAS). Il sistema di pagamento prevede un sistema aperto tra Messina e Villafranca Tirrena ed un sistema chiuso da Villafranca a Buonfornello, con pedaggio calcolato in base alla distanza percorsa.

Negli ultimi anni, il CAS è stato spesso al centro di polemiche per la manutenzione ordinaria e straordinaria, considerata non sempre tempestiva o efficace.

Condizioni attuali e cantieri in corso

Nel corso del 2024 e inizio 2025, diversi interventi hanno interessato il tracciato, con restringimenti di carreggiata, chiusure temporanee di svincoli e gallerie. Tra i più rilevanti:

  • Lavori nella galleria Petraro (tratto Patti-Brolo);
  • Interventi strutturali sul viadotto Montagnareale;
  • Prove di carico su viadotti nel tratto tra Milazzo e Rometta, con chiusure notturne.

Uno dei cantieri più significativi degli ultimi anni ha riguardato il viadotto Ritiro, nel tratto urbano di Messina: un’opera completamente rinnovata con adeguamenti sismici e strutturali che hanno reso più sicura la percorrenza dell’accesso alla città peloritana, ma che ha richiesto lunghi anni di lavori, con le relative limitazioni al traffico.

Una sfida continua per la mobilità siciliana

L’A20, nonostante le criticità, rimane una spina dorsale strategica per la viabilità siciliana. Essa collega importanti snodi portuali (come Milazzo e Messina), zone industriali, centri urbani e mete turistiche lungo la costa tirrenica. Il traffico è sostenuto durante tutto l’anno, con picchi notevoli nel periodo estivo e in occasione delle festività.

La manutenzione costante, però, è oggi la vera sfida. L’usura del tempo, la complessità delle strutture e la natura geologica del territorio rendono necessari interventi ciclici. Il Consorzio, affiancato da enti regionali e statali, ha annunciato programmi di riqualificazione mirati, tra cui l’ammodernamento di alcune gallerie, l’installazione di barriere fonoassorbenti e il miglioramento del sistema di illuminazione.

A oltre 50 anni dalla posa della prima pietra, l’autostrada A20 resta un’opera ingegneristica simbolo della Sicilia moderna. Tra ambizioni, ritardi, proteste e grandi conquiste, oggi rappresenta un’infrastruttura essenziale per garantire il diritto alla mobilità in una regione che punta sempre più su turismo, logistica e collegamenti rapidi tra le sue due coste.

Eppure, come spesso accade in Italia, la manutenzione è la vera sfida del presente. Una sfida che vale la pena affrontare, per trasformare definitivamente questa autostrada da “incompiuta storica” a modello di efficienza e sicurezza per il futuro.