Il Comune di Reggio Calabria è stato condannato al pagamento di 400 mila euro sotto forma di risarcimento nei confronti dell’azienda che ha realizzato i lavori di ristrutturazione del Tapis Roulant di via Giudecca nel 2017: l’ennesimo pasticcio combinato dall’Amministrazione Falcomatà. La decisione del Tribunale è arrivata sette anni dopo il ricorso della ditta, che aveva svolto i lavori finanziati dal Ministero delle Finanze e li aveva regolarmente conclusi, consegnandoli al Comune nel 2017 con tanto di SAL.
Prima del pagamento, però, l’azienda era stata colpita da un’interdittiva antimafia: tanto è bastato affinché il Comune decidesse di non pagare le somme pattuite, nonostante l’ente reggino avesse già approvato i SAL e in base a quei documenti avesse ricevuto i soldi dal Ministero delle Finanze. Riepiloghiamo: il Ministero finanzia i lavori per il Tapis Roulant, la ditta effettua regolarmente i lavori, il Comune lo certifica e ottiene la liquidità dal Ministero per pagare la ditta, ma poi decide di tenere i soldi nelle casse comunali anziché effettuare il pagamento per la sopraggiunta interdittiva.
La ditta intraprende così una battaglia legale e arriva al decreto ingiuntivo sulle fatture e sugli stati di avanzamento dei lavori, ma il Comune si oppone sostenendo che l’interdittiva impedisse a quella ditta di avere rapporti con la pubblica amministrazione. L’azienda, però, fa ricorso spiegando che nel momento in cui ha effettuato i lavori, speso i soldi per la realizzazione delle opere nel pieno rispetto delle indicazioni concordate, non aveva ancora avuto alcuna interdittiva, che è poi sopraggiunta successivamente; e a maggior ragione se l’accreditamento delle somme da parte del Ministero era già avvenuto, come in questo caso, la cifra doveva assolutamente essere corrisposta, in quanto il Ministero è un Ente di livello superiore rispetto al Comune e aveva approvato il pagamento.
Infatti oggi il Tribunale ha riconosciuto tutte le ragioni della ditta, condannando il Comune al risarcimento con una cifra pari a 400 mila euro più spese e interessi legali. Adesso non è chiaro se il Comune pagherà spontaneamente, o farà appello contro la sentenza che in ogni caso è immediatamente esecutiva: se Falcomatà vorrà fare ricorso, dovrà comunque pagare e poi attendere l’esito del ricorso in Appello.
I lavori riguardavano la ristrutturazione e abbellimento dell’opera, ed erano stati regolarmente eseguiti. Il Comune, invece, ha chiesto e ottenuto i soldi dal Ministero alla luce dei lavori svolti da questa ditta, ma poi si è rifiutato di pagarla: un’assurdità giuridica, che adesso viene pagata con i soldi di tutti i reggini.