Cresce a Reggio Calabria il malcontento nei confronti del Sindaco Falcomatà per la sua scelta di nominare Filippo Burrone quale nuovo assessore ad Ambiente, Acqua e Rifiuti: argomenti per giunta così importanti e delicati. Ma in qualunque tipo di ramo, uno come Burrone avrebbe destato scalpore e non solo per le sue posizioni politiche, violente ed estremiste, che hanno già suscitato grande scandalo nazionale con tanto di dure reazioni persino da Giorgia Meloni. Ancor più clamoroso il curriculum vitae di Burrone, che che è nato nel 1977 e nel 1996 a ben 19 anni si è diplomato al Vallauri come perito elettrotecnico. Vista l’età del diploma, o ha iniziato le scuole elementari in ritardo o è stato bocciato almeno un anno durante il suo percorso di studi. Non si è mai iscritto all’università e l’unico corso a cui ha partecipato è quello per la qualifica di conducente di carrello elevatore.
Dal curriculum vitae, inoltre, non è chiaro se questa qualifica la abbia ottenuta o meno: si legge un generico “attestato di partecipazione” al “corso per la qualifica di conducente di carrello elevatore“. Quindi ha conseguito un attestato che certifica la partecipazione al corso, non la qualifica di conducente del carrello elevatore.
In ogni caso, quattro anni dopo il diploma si trasferisce a Milano per lavorare come repartista di una Coop, ma un anno dopo torna a Reggio. Riparte nel 2002 e in un’altra Coop lavora come operaio ad Anzio, fino al 2008 quando si sposta a Roma in un’altra Coop sempre come operaio. Stavolta, però, non è più repartista ma capo turno. Nel 2010 torna a Reggio e lavora ad Eurologistik a Pellaro ancora una volta come operaio, con la mansione di “responsabile deposito“.
Poi la candidatura con Falcomatà nel 2014 nell’abisso di una politica mai così in basso in termini di inadeguatezza e incapacità amministrative. Oggi, dopo 11 anni, il premio quale Assessore di Falcomatà, con uno stipendio di 8.970 euro mensili. Una nomina, quella di Falcomatà, che offende i tanti reggini colti, preparati, competenti, che hanno studiato anni per formarsi e poi sono stati costretti ad emigrare per ottenere un dignitoso riconoscimento lavorativo.







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