Calcio e fotovoltaico possono viaggiare insieme. L’energia solare può essere utilizzata nello sport con effetti immediati e vantaggi inimmaginabili. In Italia, la rivoluzione è pronta a partire e – come spesso accade in questi casi – è possibile che in tanti comincino a seguire chi si prenderà la responsabilità di farla partire. A recitare il ruolo di capofila è l’Udinese, attraverso la copertura del Bluenergy Stadium, nel progetto comune che ha portato alla conclusione dei lavori annunciato proprio dalle due società. Il progetto riguarda la realizzazione di 2.409 pannelli solari di ultima generazione, in grado di produrre una media di circa 3.000 kWh/giorno, a copertura dell’impianto friulano. Si tratta di un ulteriore tassello d’avanguardia in uno stadio che – in Italia – è già tra i più moderni in fatto di design, multifunzionalità, sicurezza e sostenibilità.
Questa innovazione permetterà di assorbire circa il 70% dell’energia generata dall’impianto, mentre il restante 30% sarà messo a disposizione della comunità energetica, che potrà così godere degli incentivi che il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riconosce per l’energia prodotta dall’impianto e contestualmente consumata dalla CER. Questo progetto, come detto, è il capofila in Italia della rivoluzione energetica sul calcio, con il connubio tra stadi e pannelli solari. Protagonista una delle società italiane di calcio più conosciute, che opera in un contesto economicamente ricco.
L’occasione sciupata da Reggio Calabria per la nuova Reggina: il progetto di MyEnergy
Eppure, soltanto due anni fa circa, capofila sarebbe potuta essere – anche un po’ a sorpresa – una delle città più povere d’Italia, specchio di una squadra fallita e in ripartenza dalla Serie D. Il riferimento è a Reggio Calabria e agli imprenditori di MyEnergy, giovani e ambiziosi reggini a capo di un’azienda energetica milanese che aveva l’obiettivo di “irrompere” nel calcio e nella Reggina attraverso un progetto innovativo e d’avanguardia. Com’è noto, e come presentato nel business plan dell’estate del 2023, l’intenzione era quella di investire nelle due strutture sportive principali – stadio “Granillo” e centro sportivo “Sant’Agata” – attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici che avrebbero potuto permettere una gestione autosufficiente nel corso degli anni, addirittura con introiti importanti per lo stesso club.
Un progetto senza dubbio affascinante, che in un contesto povero avrebbe potuto rappresentare senza dubbio uno shock economico ed energetico non solo in ambito sportivo, ma in generale per tutta la città. Risultato? Ben noto a tutti. L’allora sindaco f.f. Paolo Brunetti decise di non considerare il progetto di MyEnergy (i cui imprenditori intanto si erano uniti insieme ad altri imprenditori reggini e a Stefano Bandecchi), che tanti benefici avrebbe potuto portare al territorio – soprattutto quando ci si riempie la bocca, e accade spesso, di energia, ambiente, elettrico ecc. – ma preferì virare sull’entusiasmante (sigh!), affascinante (ancora sigh!) e ambizioso (ultra sigh!) progetto di Antonino Ballarino, che dopo due anni non ha ancora messo mano al “Sant’Agata” e che soprattutto rincorre a fatica la Serie C. Una Serie C che, se dovesse arrivare, non sappiamo in che maniera possa essere affrontata.



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