Mentre impazzano polemiche e disagi per le rivoluzioni al calendario sul calcio italiano per la morte di Papa Francesco, c’è chi invece si arrabbia perché le squadre professionistiche sono scese in campo durante la Settimana Santa e persino a Pasqua. Don Giovanni Zampaglione, parroco reggino di Masella e Montebello, nonché direttore dell’Ufficio diocesano sport turismo e tempo libero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, tuona contro quella che è ormai un’abitudine.
“Il calcio è bello – afferma – ma è giusto che almeno a Pasqua (da Domenica delle Palme fino a Lunedì dell’Angelo si fermi) ci si fermi. La Pasqua (come il Natale) è sacra ed è triste vedere che si è giocato durante la Settimana Santa. Bisogna ritornare ai veri valori, a far capire a tutti l’importanza della sacralità della domenica, dove cristiani e non si astenevano dal dedicarsi al lavoro e davano alle loro famiglie e ai loro parenti il tempo e le attenzioni che difficilmente si possono loro accordare negli altri giorni della settimana”.
“Lo sport e non solo il calcio va ripensato e rivisto durante il periodo Pasquale, a Natale e in ogni festività. Bisogna dare la possibilità ai calciatori di trascorrere le festività con le proprie famiglie. Già si sottrae la domenica ai calciatori (e a tanti che vorrebbero che la domenica tutti gli esercizi commerciali fossero chiusi) ma ripeto almeno a Pasqua (e Natale) fermatevi. Spero che questo mio messaggio raggiunga i vertici di tutti i potenti e di tutte le categorie. Fermiamo il calcio (almeno a Natale e Pasqua)”, conclude don Zampaglione.




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