Violenza di genere in Calabria, Bruni denuncia: “affossata la mia proposta”. Capponi replica: “attacchi deleteri”

Proposta di legge sulla violenza di genere: Amalia Bruni denuncia la bocciatura, l'Assessore Caterina Capponi risponde
StrettoWeb

Scintille Amalia Bruni-Caterina Capponi in merito alla violenza di genere. La prima ha presentato una proposta di legge che però non è passata, scatenando l’ira del Consigliere e poi la risposta dell’Assessore Regionale. Bruni ha pubblicato un comunicato in cui denuncia la bocciatura, parlando di affossamento della normativa; Capponi ha risposto elencando le azioni messe in campo. Di seguito il botta e risposta.

La denuncia di Amalia Bruni

“Questa maggioranza ha scelto di affossare una normativa, finalizzata ad aggiornare la legge 20/2007, nata dal confronto con i centri antiviolenza, con le associazioni che ogni giorno lottano per salvare vite, con chi conosce il problema sul campo. E lo ha fatto non per migliorarla, non per proporre alternative più efficaci, ma solo per meri calcoli politici e personalismi. Avete consolidato la precarietà dei servizi, avete negato qualsiasi pianificazione seria e addirittura deciso di mantenere la totale discrezionalità nella distribuzione dei fondi, trasformando tutto in una pioggia di contributi senza logica e senza una reale strategia”.

“L’approccio scelto non solo non risolve i problemi esistenti, ma li aggrava. Avete lasciato in balia dell’incertezza servizi essenziali come i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio, strumenti già fragili, che avrebbero avuto bisogno di un sostegno strutturato e duraturo. Abbiamo proposto un disegno organico, capace di rispondere alla gravità del fenomeno della violenza, ma avete scelto di affossarlo per pura propaganda. A chi andranno questi soldi? Per fare cosa? Nessuno lo sa”.

“Questa maggioranza ha aggiornato la legge senza che producesse nessun effetto concreto. I servizi rimangono precari. Non si mettono insieme i diversi flussi finanziari nazionali, regionali ed europei. Non c’è alcuna visione d’insieme. Si continua a navigare a vista, mentre le donne continuano a subire violenze e i servizi restano in balia di finanziamenti occasionali e mai strutturati”.

“Una scelta irresponsabile, le vittime pagheranno il prezzo più alto. Questa non è politica, questa è irresponsabilità. Avete preferito affossare una legge utile piuttosto che riconoscere il valore di un lavoro condiviso. E la cosa più grave è che a pagare il prezzo di queste scelte non sarete voi, ma le vittime, che ogni giorno cercano sostegno e trovano solo istituzioni che fanno a gara a chi si prende i meriti, anziché risolvere i problemi – conclude Bruni -. Le donne che subiscono violenza non possono più aspettare. Il vostro immobilismo le condanna”.

La replica di Caterina Capponi

“Non abbiamo solo condiviso, ma abbiamo fatto di più, ci siamo confrontate, abbiamo ascoltato lamentele ataviche e abbiamo legiferato, non siamo state ferme con le mani in mano, non abbiamo fatto riunioni solo per sfoggiare la saggezza della politica ma abbiamo individuato, dopo aver ascoltato, e lo ribadisco, ascoltato, le donne e le associazioni che avevano bisogno immediato di sentirsi considerate, abbiamo individuato e messo in campo una serie iniziative per cercare di soddisfare al meglio le esigenze di tutte quelle persone a cui è rivolta questa legge, riteniamo questa la legge giusta, questa è la soluzione!”.

“I destinatari dei provvedimenti – prosegue – la pensano diversamente! Gli attacchi politici sferrati, solo perché si sta all’opposizione, sono deleteri, disorientano. Prima di sparare a zero, su un provvedimento che ha tutte le carte in regola per soddisfare finalmente a pieno le esigenze di un fenomeno che da troppo tempo ci tormentava, bisognerebbe osservare prima di giudicare, pensare invece di credere”.

“Ecco le azioni che il dipartimento ha messo in campo, con competenza, rigore tecnico e scientifico, che (è vero) non hanno tenuto conto delle istanze giunte dall’opposizione ma di chi aveva a cuore l’argomento. Infatti, assieme alla proposta di legge, abbiamo previsto due azioni che andranno ad implementare tutto il percorso delle donne che hanno subito violenze di genere.

Mi riferisco alla riproposizione della misura ‘Donne libere’, che vale 4,5 milioni di euro per la concessione di contributi ai Centri antiviolenza e alle case rifugio, e alla nuova misura ‘Concilia’, finanziata con una dotazione di 7 milioni 854 mila euro per promuovere una partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro, e sviluppare i servizi per la conciliazione tra vita e lavoro. Inoltre, l’accordo già stipulato con le Forze dell’Ordine è il fiore all’occhiello di questa nuova strategia che la Regione ha deciso di adottare. L’istituzione di ambienti confortevoli dove trattare, nell’immediato, il trauma è la chiave di svolta che farà la differenza. Ed è per tutto questo che l’opposizione dovrebbe essere felice. Ringrazio per il lavoro svolto il dipartimento regionale Salute e Welfare e la presidente della terza commissione consiliare ‘Sanità, Attività sociali, culturali e formative’, consigliere Pasqualina Straface”, conclude Capponi.

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