Vent’anni fa moriva Nicola Calipari: chi era l’agente reggino e cosa successe quel tragico giorno. Mattarella: “eroe nella storia”

Nicola Calipari, agente nato a Reggio Calabria, 20 anni fa veniva ucciso mentre stava riportando a casa la giornalista Giuliana Sgrena. I ricordi dall'Italia

StrettoWeb

Oggi, 4 marzo 2005, ricorre il 20° anniversario dall’omicidio di Nicola Calipari, militare e agente segreto italiano nato a Reggio Calabria. Calipari, in quel giorno di venti anni fa, stava riportando a casa Giuliana Sgrena, la cronista del ‘Manifesto’ rapita in Iraq dagli jihiadisti. Il poliziotto stava viaggiando con la giornalista su un’auto verso l’aeroporto di Baghdad dal quale dovevano partire per tornare in Italia. L’auto, a pochi metri da un posto di blocco statunitense, venne crivellata di colpi dal ‘fuoco amico’ Usa.

Calipari fece da scudo alla Sgrena, ferita, e venne ucciso da un colpo alla testa. Gli americani stavano presidiando quella strada dalla quale doveva passare l’ambasciatore Usa in Iraq. Il soldato americano che sparò con una mitragliatrice alla Toyota sulla quale stavano viaggiando Sgrena e Calipari, Mario Lozano, dopo la richiesta di rinvio a giudizio venne prosciolto dalla Corte d’Assise, che non poté procedere per difetto di giurisdizione perché le forze multinazionali in Iraq ricadono sotto la giurisdizione penale esclusiva dei rispettivi paesi d’invio.

Chi era Nicola Calipari: la storia, dalle origini alla morte

Nato a Reggio Calabria il 23 giugno 1953, Calipari mostrò sin da giovane un forte impegno sociale, partecipando attivamente al movimento scoutistico. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina, nel 1979 si arruolò nella Polizia di Stato, iniziando una carriera che lo avrebbe visto ricoprire ruoli di crescente responsabilità. Prestò servizio in diverse città italiane, tra cui Genova, Cosenza e Roma, distinguendosi in operazioni contro la criminalità organizzata e il traffico internazionale di droga e armi.

Nel 2002, dopo oltre vent’anni nella Polizia di Stato, Calipari entrò a far parte del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI), l’agenzia di intelligence militare italiana. In qualità di capo del Dipartimento “Ricerca e Spionaggio all’Estero”, svolse un ruolo cruciale in operazioni delicate, tra cui la liberazione di ostaggi italiani in zone di conflitto. La sua esperienza e abilità negoziale furono determinanti nel riportare a casa diversi connazionali sequestrati in Iraq.

Il 4 marzo 2005, Calipari portò a termine con successo la liberazione di Giuliana Sgrena, giornalista del quotidiano “Il Manifesto”, rapita in Iraq. Durante il trasferimento verso l’aeroporto di Baghdad, il veicolo su cui viaggiavano fu colpito da colpi d’arma da fuoco provenienti da un posto di blocco statunitense. Secondo le ricostruzioni, Calipari si protese per fare scudo con il suo corpo alla giornalista, rimanendo ucciso sul colpo. Questo tragico evento sollevò interrogativi e tensioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, con versioni contrastanti sull’accaduto.

Il sacrificio di Nicola Calipari è stato riconosciuto con la Medaglia d’Oro al Valor Militare postuma, sottolineando il suo coraggio e dedizione al servizio del Paese. La sua figura è ricordata come esempio di integrità e impegno civile, incarnando i valori fondamentali delle istituzioni italiane. A vent’anni dalla sua scomparsa, la memoria di Calipari continua a essere onorata attraverso cerimonie e iniziative che ne celebrano l’eroismo e l’altruismo.

Mattarella: “l’eroismo di Calipari iscritto nella storia della Repubblica”

“Nel giorno del ventesimo anniversario dell’uccisione di Nicola Calipari, la Repubblica rende onore al sacrificio di un valoroso dirigente del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, che ha perso la vita in una difficile missione a Baghdad, conclusa con il salvataggio di un’italiana rapita. È questo un giorno di memoria e raccoglimento, in cui desidero esprimere anzitutto i sentimenti più intensi di vicinanza alla famiglia e a quanti hanno operato con Calipari e gli sono stati vicini. Servitore dello Stato, quando venne colpito a morte, portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, in quella che era l’ennesima missione compiuta per il recupero di connazionali. Se le spiegazioni delle circostanze che hanno causato la sua morte permangono tuttora non esaurienti, risalta, invece, la generosità estrema di Calipari che alla scarica di proiettili ha fatto scudo con il proprio corpo per sottrarre al rischio la persona che era riuscito a liberare. Un gesto di eroismo, iscritto nella storia della Repubblica”. Lo afferma in una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il ricordo dell’Italia

Oltre a Mattarella, diversi sono i messaggi di ricordo dall’Italia: Viminale, Polizia, sindacati di Polizia, quotidiani italiani, politica, componenti governative.

“Il 4 marzo 2005 Nicola Calipari sacrificò la sua vita per salvare la giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq. Nicola ha servito il suo Paese con valore e dedizione. A 20 anni dalla sua scomparsa ricordiamo il suo esempio di coraggio, altruismo e spirito di servizio, valori che continuano a ispirare tutti coloro che si impegnano ogni giorno a difesa della libertà e per la sicurezza dei cittadini”. Così il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“In occasione del ventesimo anniversario dell’uccisione di Nicola Calipari, rendiamo omaggio a un coraggioso servitore dello Stato, che perse la vita a Baghdad durante l’operazione che portò alla liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Il suo sacrificio resta un esempio di altruismo e dedizione. Il mio pensiero e quello del Senato della Repubblica vanno ai suoi familiari e ai suoi colleghi, con l’auspicio che sia fatta piena luce sulle circostanze della sua morte”. Questo il pensiero del Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Occhiuto: “Calipari servitore dello Stato che ha sacrificato la propria vita”

“Vent’anni fa veniva ucciso Nicola Calipari, un servitore dello Stato, un calabrese che ha sacrificato in modo eroico la propria vita per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata dalla Jihad islamica. La sua storia sia di ispirazione per le generazioni future”. Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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