“Molti, in queste ore si chiedono quale sia la posizione dei sacerdoti dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria nella vicenda Seminario. I presbiteri, com’è noto, sono tenuti all’obbedienza e non possono manifestare pubblicamente il loro dissenso nei riguardi di decisioni calate dall’alto. Sappiamo, però, che non sono rimasti passivi ma hanno difeso il loro Seminario con una lettera al Papa già nel 2023. 100 le firme. A questi sacerdoti noi diciamo grazie. Grazie a don Nino Pangallo e a tutta l’equipe formativa, costretta alle dimissioni un anno fa, per essere entrati in contrasto con l’autorità superiore. Grazie a don Simone Gatto che, in obbedienza, ha abbandonato la sua Parrocchia, quella di San Paolo dove si era insediato da appena 2 anni per assumere la guida di un Seminario la cui sorte era in bilico ed oggi viene messa in discussione”. Così in una nota Adriana Musella, Attivista politiche sociali, in merito alla vicenda Seminario.
“Avremo voluto rendere pubblici i nomi dei cento sacerdoti firmatari della missiva in Vaticano ma non siamo riusciti a reperire la lettera. Ci uniamo a tutti loro, ci uniamo ai Vescovi emeriti, sapendo che stiamo portando avanti una battaglia comune. L’accorpamento dei Seminari e l’istituzione del Teogico a Catanzaro si è voluta fare passare come disposizione del Papa. Così non è. Papa Francesco ha demandato ai Vescovi Calabresi la scelta e la lettera dei nostri sacerdoti pare non sia mai arrivata alla Sua attenzione. Sappiamo che anche nella Chiesa il potere domina la scena e, nella vicenda Seminario di Reggio Calabria, il potere si è fatto legge”, ha aggiunto.