Giuseppe Falcomatà è tornato a parlare della mancata candidatura di Reggio Calabria a Capitale della Cultura, recitando il ruolo della vittima. Motivo? Non sono mancate le frecciate al Sindaco, a causa del dossier scarno, frutto della superficialità già vista in questi due mandati. Un dossier non completo, come fatto notare dalla Giuria, motivo principale della esclusione. C’è chi, con coraggio e lucidità, lo ha fatto notare, e non solo politici di Centro Destra, ma anche gente come Pazzano e Castrizio. Però, appunto, Falcomatà fa la vittima e chiama in causa suo padre e la statua di Athena.
“Ho appena raccontato a Italo e Marco che quando venne realizzato il lungomare, il loro nonno, fra mille (solite) polemiche, decise di ruotare la statua della dea Atena verso la città. L’idea era quella di trasmettere un messaggio chiaro: Reggio non deve temere più gli attacchi dall’esterno, solo noi possiamo arrestare il percorso di sviluppo della città. L’idea cioè che finalmente i reggini erano padroni del proprio destino e che avrebbero dovuto guardarsi soltanto da sé stessi. Aveva ragione”, scrive.
“Raccontare loro questa storia mi ha fatto riflettere su quanto sia ancora, purtroppo, attuale. In questi giorni ho letto diversi commenti, interviste, post rilanciati da siti online locali, in cui si attaccava (ovviamente) il sindaco per la mancata vittoria nella finale della capitale Italiana della cultura. Per curiosità sono andato a spulciare un po’ cosa avveniva nelle altre otto città finaliste e non ho letto un rigo uno di attacchi al sindaco. Anzi. Ma tant’è. Per fortuna in tanti hanno compreso quanto questa candidatura abbia unito (per gran parte) la città e quanto sia importante continuare questo percorso a prescindere dal titolo”.
“Finché ci sarà qualcuno che gioirà per le mancate vittorie…”
“Ma è evidente che la strada da fare è ancora lunga. Finché ci sarà qualcuno che gioirà per le mancate vittorie della città, finché ci sarà qualcuno che troverà il pretesto per trovare un capro espiatorio, finché continueremo “ad aspettare la pioggia per non piangere da soli”, allora quella statua dovrà continuare a proteggerci da noi stessi, da chi incomprensibilmente preferisce guardare l’albero che cade e non la foresta che cresce. Ho notato che la punta della lancia è ancora un po’ arrugginita, provvederemo a recuperarla. Buona domenica Reggio, la pedalata è faticosa ma l’essere umano rimane in equilibrio soltanto continuando a pedalare…)”.
Non c’è un secondo fine e nessuno ha tifato per Reggio, com’è abitudine pensare da chi è in perenne malafede. E se nelle altre città perdenti nessuno se l’è presa col Sindaco, ci sarà un motivo. Reggio, con un progetto normale e completo, avrebbe avuto ottime chance di vittoria. E tornando alla malafede, questa non si è registrata nelle altre città. Solo a Reggio, la maggioranza comunale e i difensori della Giunta hanno urlato al complotto, alla scelta politica, proprio per giustificare e nascondere – per l’ennesima volta – gli errori commessi.



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