di Grazia Gioè* – “La differenza di genere, fa la differenza”, pur senza la compiuta applicazione, sociale ed economica, della condizione femminile nel mercato del lavoro, in Europa come in Italia ma, ancor più in Calabria. Anche quest’anno, però, il raggiungimento degli obiettivi principali della Strategia per la Parità di Genere 2020-2025, sembra essersi alquanto allontanato, almeno per ciò che concerne il mondo del lavoro e il gender-gap retributivo e pensionistico fra uomo e donna.
Dati Istat
In base ai dati Istat e alle elaborazioni dell’Osservatorio/Laboratorio Economico Territoriale delle Politiche del Lavoro della Regione Calabria, il tasso di attività lavorativa in materia di parità di genere, è pari a circa 18 punti percentuali di differenza fra uomini (51,9%) e donne (33,9%), così come la distanza tra il tasso di occupazione femminile (28,6%) e quello maschile (45,6%), pari a circa 17 punti percentuali di differenza. Laddove, la componente femminile con un 51,0% prevale anche su quella maschile, e sull’intero totale della popolazione, persino fra i possessori di un titolo di studio universitario (56,9%), particolarmente nella fascia di età tra i 25 e 64 anni, ma anche tra quelli privi di titolo di studio (60,1%), o in possesso della sola licenza elementare (56,6%).
Occupazione femminile
Seppure serve evidenziare che, negli ultimi decenni, sia stato unanimamente rilevato un ampio consenso sulla necessità di attivare articolate strategie per incentivare l’occupazione femminile. Ma, ciò non basta, perché è ancora necessario continuare a lavorare alacremente per una nuova cultura della parità di genere, anche per garantire una crescita equa della società e arginare il sempre più crescente fenomeno della violenza sulle donne; in quanto, il “femminicidio”, essendo fortemente legato alla reale indipendenza economica delle stesse, di conseguenza, è connesso alle strategie socio-economiche e culturali di sviluppo locale che si attuano. In Calabria, infatti, i dati statistici del 2023, fotografano il fenomeno come in forte aumento con 48 vittime di femminicidio a fronte dei 114 casi di livello nazionale, pur sottolineando che, questi come realmente accertati, sono passati dai 34 del 2020 ai 17 del 2022, ma pure al picco del 2021 di ben 41 casi. Infine, ma essenziale, sostenere le donne nel mercato del lavoro e nella carriera, permette alle imprese di ottenere importanti benefici interni, quali il potenziamento dell’innovazione e dei risultati e, con l’adozione anche della Certificazione di Parità di Genere, le aziende possono accedere a numerosi benefit, sgravi fiscali e premialità, oltre che a un brand awareness superiore, ma soprattutto, contribuire efficacemente a rompere il famoso “tetto di cristallo”.
*Urbanista e Policy Maker – Osservatorio Economico Territoriale delle Politiche del Lavoro della Regione Calabria.