Meloni in Senato: “Italia con Ucraina e Trump. Dazi? No rappresaglia”. E su RearmEu…

L'intervento di Giorgia Meloni in Senato in vista del Consiglio europeo di Bruxelles: tanti i temi caldi toccati dalla Premier in politica estera

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta al Senato per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles, in programma il 20 e 21 marzo. Tanti i temi caldi toccati dal leader di FdI: dalla guerra Russia-Ucraina ai rapporti Europa-USA, dalla competitività all’immigrazione, dai dazi alla ripresa delle ostilità a Gaza. Di seguito i punti salienti del discorso del Premier.

Il discorso di Giorgia Meloni in Senato

Siamo alla vigilia di un momento decisivo per il destino dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente“. Inizia così l’intervento di Giorgia Meloni in Senato, accompagnato dall’auspicio di un “senso di realtà e responsabilità in un momento così grave come questo“.

Primi interventi sulla necessità di guardare alla decarbonizzazione sostenibile per “risolvere il divario dell’innovazione e risolvere le nostre troppe dipendenze strategiche“. Obiettivi ambientali da raggiungere con competitività e rinunciando a pregiudizi ideologici.

Semplificare e ridurre adempimenti amministrativi

L’Italia sostiene con particolare forza la semplificazione degli adempimenti amministrativi: sosteniamo ‘azione di semplificazione avviata dalla Commissione europea con i pacchetti Omnibus, il primo dei quali è stato presentato pochi giorni fa ed è dedicato alla semplificazione delle regole di rendicontazione e due diligence per la sostenibilità. Siamo però convinti che ‘azione di semplificazione non debba arrivare solo a valle, ma intervenire a monte, in tutte le nuove proposte di legislazione europea. Condivideremo per questo l’invito alla Commissione, e con lei ai co-legislatori, a lavorare per raggiungere l’obiettivo di ridurre il costo di tutti gli oneri amministrativi almeno del 25% per tutti, e almeno del 35% per le piccole e medie imprese“, afferma Meloni che poi aggiunge che se l’Europa pensa di poter sopravviere continuando a iper regolamentare tutto anziché liberare risorse, semplicemente “non sopravvivrà”.

Team centrale del Consiglio UE rilancio della competitività

Secondo il premier “il rilancio e il rafforzamento della competitività” saranno i punti fondamentali del Consiglio europeo di Bruxelles. “Potrebbe sembrare un concetto fumoso e astratto ma non lo è. Competitività vuol dire poter offrire servizi aggiornati e sempre migliori” e “disporre delle risorse e mezzi necessari, non solo a non dipendere da altri, ma anche a difendere i nostri valori e la nostra visione“, ha detto la premier.

Capitolo dazi: evitare rappresaglie

Parlando della situazione legata ai dazi imposti dagli USA, la leader di FdI ammette: “il quadro è complesso ma bisogna continuare a lavorare con pragmatismo, evitando una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa: non è saggio entrare nelle rappresaglie dove tutti perdono, perché se è vero che i dazi su merci extra Ue possono favorire la merce interna, in un contesto internazionale e globale possono ritorcersi contro, con il successivo aumento dei tassi da parte della Ue, e il risultato di un aumento dell’inflazione e una recessione economica. Non sono sicura sia giusto rispondere ai dazi con altri dazi, l’Italia dovrebbe lavorare per soluzioni legate alla logica e al buon senso“.

Italia hub dell’energia tra Europa e Africa

In merito ai prezzi troppo alti dell’energia, il Presidente del Consiglio annuncia la necessità di “misure immediate e strutturali, anche a lungo termine. La riforma del mercato elettrico europeo è un importante passo avanti per un mercato più resiliente e flessibile e in grado di dare stabilità. E’ fondamentale assicurare una attuazione veloce. L’Italia – ha ricordato – si è candidata come hub di approvvigionamento e distribuzione per far incontrare l’offerta del continente africano e l’Europa anche attraverso il Piano Mattei.

Un tassello fondamentale di una seria strategia industriale europea è la sicurezza energetica. Serve, su questo, un’azione comune europea. Abbiamo fatto – ha rilevato – importanti progressi negli ultimi anni, ma molto resta ancora da fare per superare le nostre vulnerabilità: i prezzi dell’energia troppo alti sono un freno alla nostra competitività, e per questo servono misure immediate e strutturali. Il Piano d’Azione per l’energia accessibile, presentato contestualmente al Clean Industrial Deal, individua misure urgenti per la volatilità dei prezzi dell’energia e per aumentare la resilienza del sistema energetico nell’UE. Ma servono anche misure a lungo termine. Tra queste, la riforma del mercato elettrico europeo, adottata a luglio scorso, rappresenta un importante passo in avanti per un mercato elettrico europeo più resiliente e flessibile, capace di garantire stabilità e prevedibilità dei prezzi. Ma sarà fondamentale assicurarne unattuazione veloce. Occorre proseguire nel cammino avviato per migliorare la nostra efficienza energetica e rafforzare sempre di più le nostre interconnessioni.

L’Italia, da questo punto di vista, si è candidata a diventare l’hub di approvvigionamento e distribuzione in grado di far incontrare l’offerta, esistente e potenziale, del Continente africano, e la domanda europea di energia. È un’ambizione alla quale diamo voce anche attraverso il Piano Mattei, che ha tra i suoi pilastri proprio l’energia e che il Governo sta lavorando per ‘europeizzare’ e ‘internazionalizzare’ sempre di più, rafforzando sia la sinergia con il Global Gateway dell’UE che con la Partnership for Global Infrastructure and Investment, lanciata in ambito G7″.

Rimpatriare gli immigrati illegali

Sulla questione migranti, Meloni chiede efficacia da parte dell’UE: “se entri illegalmente, devi essere rimpatriato. Non dimentico l’impegno per le soluzioni innovative, come il protocollo con l’Albania”. Se oggi l’immigrazione è una priorità per l’Europa “lo si deve al ruolo decisivo che l’Italia ha svolto in questi anni per cambiare l’approccio europeo in materia di immigrazione“, ha aggiunto.

L’obiettivo è duplice: “la drastica riduzione degli sbarchi lungo la rotta del Mediterraneo centrale e la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nelle altre rotte dell’Ue, compresa quella balcanica. I numeri quest’anno sono analoghi a quello del 2024, a parte una minima variazione dovuta a una complessa dinamica libica“.

Preoccupazione per ripresa ostilità a Gaza

Seguiamo con grande preoccupazione la notizia della ripresa dei combattimenti a Gaza che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo, il rilascio degli ostaggi, di tutti gli ostaggi, e una fine permanente dell’ostilità così come il ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia. E voglio riportare a questo Parlamento la gratitudine espressa ieri da Re Abdullah II di Giordania per il fondamentale contributo italiano all’iniziativa da lui promossa di un corridoio aereo per garantire aiuti umanitari nella striscia di casa – ha dichiarato Meloni – Detto ciò l’Italia accoglie con favore il piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi Arabi, per poter muovere verso una sua applicazione nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due stati è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi“.

Guerra in Ucraina: Italia con Trump, niente truppe sul territorio

Ferma e totale condanna dell’aggressione all’Ucraina da Giorgia Meloni che ha ribadito anche la solidarietà al presidente Mattarella, per gli attacchi ricevuti da Mosca “per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti“.

Nel conflitto tra Russia e Ucrainaè lo stallo sul campo che oggi può portare ai negoziati della pace e penso si debba rivendicare con orgoglio il sostegno compatto e determinato al popolo ucraino. Dunque salutiamo positivamente questa fase e sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump“, afferma Meloni.

Chi dice che l’Italia deve scegliere tra Europa e Usa lo fa per motivi di politica domestica oppure perché non si è accorto che la campagna elettorale Usa è finita, chi per ragioni ideologiche racconta una narrazione diversa traccia un solco tra le due sponde dell’Atlantico – attacca Meloni chiarendo poi il no all’invio di truppe italiane – Il ruolo dell’Italia non è seguire i partner europei o quelli americani, ma segnalare il suo punto di vista e anche il suo dissenso: è quello che abbiamo fatto di fronte a proposte fatte, che non ci convincono. Il tema delle truppe in Ucraina non è mai stato all’ordine del giorno così come riteniamo che l’invio di soldati europei, sostenuto da Francia e Gran Bretagna, sia una proposta rischiosa, complessa e poco efficace“.

UE e USA devono restare uniti

È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l’Europa e gli Stati Uniti. È giusto che l’Europa si attrezzi per fare la sua parte – ha aggiunto – ma ingenuo pensare possa fare da sola fuori dalla cornice Nato. Chi oggi sventola la bandiera della pace, spesso lamenta anche un’ingerenza americana, ma le due cose non stanno insieme: o impari a difenderti da solo o devi cedere sovranità ad altri. Il pilastro europeo della Nato deve affiancarsi al pilastro nordamericano, in un’ottica di complementarità strategica. Posizione che portiamo avanti da sempre, e che l’attuale maggioranza di governo ha consacrato anche nel programma con il quale si è presentata agli italiani”.

Piano difesa? Nemmeno 1 euro dai Fondi Coesione

Meloni esprime perplessità per il piano di riarmo europeo. Il premier chiarisce: “rafforzare la difesa non vuol dire solo comprare armi. L’Italia non intende distogliere un solo euro sulle risorse per la coesione. Il piano arriva a 800 miliardi di euro, con due voci: la prima con prestiti che i Paesi possono attivare se necessario, la seconda, di 650 miliardi di euro, è teorica, è la stima di quanto potrebbe incubare un ulteriore indebitamento nazionale se ogni Stato membro volesse aumentare il proprio debito: quindi non si tratta di spendere le risorse attualmente disponibili per i servizi cittadini, ma della possibilità di ricorrere a deficit aggiuntivo rispetto a quanto previsto rispetto al patto di stabilità, e su queste premesse l’Italia deciderà se attivare o meno queste opzioni. Lo dico per sottolineare che non è una scelta tra maggiori risorse per sanità e servizi ai cittadini o difesa“.

Proporre alternative a nuovo debito

Lo stato di salute dei nostri conti pubblici è molto buono, come testimonia anche il basso livello dello spread che è stabilmente almeno 100 punti al di sotto del livello che registravamo al nostro insediamento, è la ragione per la quale io credo che sia nostro dovere proporre – ha aggiunto Meloni a proposito del piano RiarmEurope – anche soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito ed è per questo che con il ministro Giorgetti, che ringrazio per il lavoro di questi giorni, abbiamo proposto un meccanismo di garanzie pubbliche europee, coordinato e integrato con i sistemi nazionali sul modello di quello che attualmente viene utilizzato per il programma InvestEU per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa“.

La conclusione: futuro di libertà e felicità

In conclusione, colleghi, non è un tempo facile quello nel quale ci è stato dato il compito di guidare questa Nazione. Il quadro è in continua mutazione, e le nostre certezze continuano a diminuire. Ma c’è una certezza che per me non viene meno. Con una visione chiara, un po’ di coraggio, concentrandosi solo sulle cose davvero importanti, e mantenendo come principale bussola di riferimento il suo interesse nazionale, l’Italia ha tutte le carte in regola per attraversare anche questa tempesta.

Personalmente sono, e sarò insieme a tutto il governo, concentrata solo su questo. Come diceva Pericle: ‘La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio’. Metteremo tutto il coraggio che serve, perché ai nostri figli domani non manchino la libertà e la felicità“, ha dichiarato Meloni.