La vittoria di Pordenone come Capitale della Cultura 2027 ha provocato parecchia indignazione a Reggio Calabria. Come se fosse una vittoria dovuta, scontata per ampio distacco, quasi obbligata, quella della città reggina, all’annuncio ‘a sorpresa’ del mancato trionfo c’è stata una sollevazione popolare. Contro chi ha commesso il grave errore sui finanziamenti nel dossier? No. Verso Pordenone stessa e il complotto che l’avrebbe fatta vincere.
Il più classico dei pattern reggini: la “colpa degli altri“. Perchè è sempre colpa degli altri. Succede quindi che Santo Suraci, coordinatore provinciale di Azione, si lanci in un’arringa durissima contro la città vincitrice che è un mix di definizioni poco lusinghiere e teorie del complotto da far impallidire i terrapiattisti. Il tutto ripreso da “Il Gazzettino“, principale giornale del Nord-Est, che ha sbeffeggiato le insensate critiche reggine.
In primis, il giornale riporta come Suraci abbia “insinuato subdolamente una una sorta di pastette politico – amicali che hanno portato Pordenone alla vittoria“. E ancor più grave “si è pure permesso di snobbare l’intera città, definendola ‘un paesotto del profondo nord’“, effettivamente non proprio una descrizione lusinghiera.
Poi la stoccata: “la vittoria di Pordenone ha fatto venire il mal di stomaco a più di qualcuno. […] ora è arrivato un altro a spargere veleni. E lo ha fatto da Reggio Calabria, città che era in gara tra le dieci finaliste con Pordenone. Nulla di grave, la vittoria è talmente netta che regge a ogni tipo di venticello calunnioso, ma resta il fatto che è estremamente fastidioso sentirsi tirare per la giacchetta da più parti“.
Suraci fa riferimento a un “accordone” intestino a “Fratelli d’Italia” che “Il Gazzettino” riprende con ironia riassumendo: “insomma, fratelli Ciriani, uno ministro (Luca), l’altro europarlamentare (Alessandro) e il loro “cerchio magico” sarebbero riusciti ad avere un trattamento di favore per la città con la vittoria“.
In fine, la questione dossier, la più importante. Mentre Suraci bolla la vittoria del “ridente paesotto del profondo Nord” come uno scippo, misurandola rispetto ai progetti di Reggio Calabria, “Il Gazzettino” ribatte: “come se invece il dossier di Pordenone che ha vinto con il risultato di “eccellente” e ha avuto i complimenti del presidente e dei membri della giuria, fosse stato solo una sorta di copia-incolla, messo su in un pomeriggio scarso e non un lavoro che è iniziato anni fa e ha coinvolto l’intero territorio“. I buoni progetti li hanno tutti. I dossier corretti… quasi tutti. Pordenone, evidentemente, sì.