Nessuno ancora, quantomeno pubblicamente, dalla politica si era espresso in questi termini. Eppure bisognava solo aspettare. Eccolo, tutto il vittimismo e provincialismo del Sud. Reggio Calabria non ha vinto il titolo di Capitale della Cultura perché si vuole affossare il Sud e perché Pordenone è a guida Fratelli d’Italia. Le parole arrivano dal Segretario metropolitano di Azione Reggio Calabria, Santo Suraci, che cavalca e alimenta una narrazione vergognosa e che ancora una volta non fa altro che creare l’alibi – in città – per non costruire nulla di buono. Perché tanto è sempre colpa degli altri, dei poteri forti, del Governo e del nord sporco e cattivo. E così Reggio regredisce sempre di più, al netto di iniziative sparute e scelte coraggiose di personaggi fuori dalla politica comunale.
Suraci parla di “accordone” e di “rischio illecito”
“Pesanti dubbi etici, chiara inopportunità ed un conflitto d’interesse grande come una casa. La procedura per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura assume le tinte fosche di un accordone tutto interno a Fratelli d’Italia. La città prescelta, Pordenone, governata dallo stesso partito del Ministro della Cultura, con un sindaco, oggi europarlamentare, addirittura fratello di un Ministro, con un facente funzioni del medesimo partito. E’ già grave che si sia scelto di assegnare il titolo ad una città oggi governata da un facente funzioni e ci spiace sottolineare un aspetto che all’indomani della scelta è veramente sotto gli occhi di tutti. Il Governo dovrebbe chiarire questi gravissimi motivi di inopportunità”, inizia la nota di Santo Suraci, che quindi comincia a instillare dubbi senza uno straccio di prova. Che hanno partecipato a fare, allora, le città del Centro Sinistra, secondo questa logica? E che hanno partecipato a fare quelle di Centro Destra, negli anni passati, quando governava l’opposta fazione politica?
Per il segretario di Azione il progetto di Reggio aveva qualità, ma dal dossier emerge tutt’altro
Addirittura, per Suraci c’è il rischio di un illecito. Incredibile! “Se non siamo di fronte ad un illecito, onestamente poco ci manca. Con tutto il rispetto per Pordenone, ridente paesotto del profondo nord, c’erano tante altre città nella lista delle finaliste, che vivono da sempre immerse nella cultura. La verità è che Reggio Calabria meritava questa vittoria, per la mole e la qualità dei progetti presentati, per il percorso affrontato e la straordinaria partecipazione che ha coinvolto quasi un centinaio di associazioni e istituzioni territoriali, ed infine anche per l’audizione da fuoriclasse del sindaco Falcomatà, che ha ricevuto i complimenti dall’intera città. L’assegnazione a Pordenone è uno scippo colossale che penalizza l’intera comunità reggina e calabrese”. Non sappiamo a che tipo di audizione abbia assistito Suraci: ha parlato di qualità dei progetti presentati quando è proprio il dossier scarno il principale motivo della mancata nomina di Reggio. Solo e soltanto questo, nessun altro motivo assurdo o complottistico.
“Reggio Calabria – prosegue Suraci – non teme il confronto con Pordenone, vanta storia, cultura e tradizioni millenarie, oltre che un’ottima capacità di programmazione, per cui il divario che si vuole rappresentare ancora una volta è offensivo nei confronti della sua comunità e delle numerose associazioni che la rappresentano. Il tema non è la presentazione della città di Reggio candidata a città della cultura, bensì il disegno di premiare una scelta politica e non meritocratica secondo la logica atavica che punta ad affossare sempre e comunque una città meridionale che lavora per emergere positivamente. Ed in considerazione di ciò è necessario indagare sui veri motivi che hanno portato a questo risultato che a questo punto appare chiaro ha una matrice ben lontana dall’essere definita culturale”. Ecco la narrazione vittimistica. Il Governo vuole affossare sempre e comunque il Sud.
L’attacco alla fazione politica opposta
E poi la butta in politica, attaccando gli avversari di Centro Destra. “Leggere oggi considerazioni di personaggi esposti politicamente che tentano di cavalcare questo vergognoso scippo per attaccare il sindaco e la sua amministrazione mi pare veramente assurdo. Piuttosto spieghino come mai Reggio Calabria è stata tra le pochissime finaliste a non avere l’appoggio della Regione, nonostante fosse stato rivolto un invito sia in via ufficiale che pubblico. Non sarà anche qui, come avvenuto per la scelta finale, per motivazioni politiche di parte?”.
“La senatrice Tilde Minasi – prosegue Suraci – che oggi polemizza sui social dovrebbe saperne qualcosa. E’ evidente che la sua uscita sia solo un modo per strumentalizzare politicamente questa vicenda. Ma così facendo non fa che attaccare migliaia di cittadini ed associazioni che spontaneamente hanno aderito e lavorato sul dossier che comunque, come ha affermato il sindaco, sarà attuato anche prima del 2027. Peraltro è assurdo che un consigliere comunale della Lega abbia affermato che la Senatrice Borgonzoni della Lega tifava per Reggio, evidentemente a differenza della sua collega reggina senatrice Minasi che invece tifava chiaramente contro la propria città”.
“Chi interpreta il proprio ruolo istituzionale esclusivamente con una visione di parte – conclude Suraci – tentando di rispondere a logiche di partito, non farà molta strada. Soprattutto quando si tratta di una classe dirigente come quella della destra calabrese, che ha votato l’autonomia differenziata contro il proprio territorio, continuando ad agire seguendo esclusivamente gli ordini di partito. La storia spazzerà via questi personaggi che pur di contrattare un posticino al sole svendono la propria terra ed insultano la propria comunità. Intelligenti pauca”.



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