Personale del comparto infermieristico in abbondanza senza spiegazioni conclamate per il Nosocomio “Cutroni Zodda” nella provincia di Messina ovvero a Barcellona Pozzo di Gotto ma comunque oggetto di una segnalazione da parte della Cisl FP ME che risale a poco prima dello scorso Natale e a cui di fatto non è corrisposto un calcolo oggettivo con dati di fabbisogno ospedaliero dei dipendenti. Ciò che farebbe storcere il naso anche a chi frequenta quell’ospedale tra utenti e lavoratori è che si contempla una manovra di indebolimento delle Unità Operative che ovviamente non richiede più l’esigenza di risorse umane. Se vengono cancellate tante (la maggior parte) aree e prestazioni specialistiche a favore di altri presidi nelle immediate vicinanze, come si sta verificando da mesi: dal Pronto Soccorso all’Ortopedia, dalla Riabilitazione Motoria fino alla Pneumologia (vedi il “Fogliani” a Milazzo che ha incamerato la Pneumologia perché la struttura della Città del Longano aveva subito già dalla scorsa fine settembre una sospensione dei ricoveri), è anche normale che gli infermieri professionali di queste discipline cliniche siano stati assorbiti da altri reparti. Basterebbe capire dove con trasparenza.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina è corsa ai ripari a fine dicembre, dopo la denuncia della Cisl Fp e anche a fronte di qualche giornale nazionale che si è interessato (da cui la scintilla si è innescata) ma anche nei primi giorni (ad ottobre 2024) di chiusura del Punto d’emergenza del Cutroni Zodda giustificando il provvedimento come sospensione e come se fosse dunque un’azione provvisoria (un po’ alla stessa stregua del reparto di Oncologia dell’Azienda Papardo a Messina dove i ricoveri sono appesi al chiodo ma si prosegue con l’attività ambulatoriale come a Pneumologia al “Cutroni Zodda”. Sulla questione “esubero infermieri” invece, sempre al termine del 2024, il direttore generale dell’Asp Giuseppe Cuccì è intervenuto sostenendo che l’attuale numero globale dipende dal blocco dei trasferimenti, determinato dal problema dei ricorsi in atto. La verità che noi vogliamo precisare e portare avanti è che il dato sembrerebbe alquanto scontato: ci sono reparti ormai chiusi e dipendenti del settore infermieristico da dover distribuire e ridistribuire all’occorrenza, considerando peraltro la carenza cronica dei dirigenti medici ospedalieri sia al presidio di Barcellona Pozzo di Gotto che in tutti i centri sanitari della provincia peloritana e della Sicilia se non d’Italia. Possibile che in epoca della diffusione del Covid 19 ci fosse stata l’urgenza di reclutare tutte le unità immaginabili come supporto e ricambio per gli orari interminabili di servizio.
Il Management sanitario deve fare fede ad una Pianta organica che risulta datata e si sta anche attendendo la nuova Rete Ospedaliera da parte della Regione siciliana. A restare ed aleggiare è l’inghippo di OLTRE NOVANTA UNITA’ di infermieri che operano con una ripartizione matematica da barzelletta cioè 4 impiegati ogni posto letto. Ecco come ottimizzare i finanziamenti pubblici. Ma l’angoscia più grande per il bacino di utenza che gravita in un territorio vasto come Barcellona P:G. è l’abbattimento del PRONTO SOCCORSO che è stato scavalcato da un deposito – parcheggio delle ambulanze e dall’inaugurazione dell’Unità di Oncologia (che funziona con regime di ambulatorio e terapia orale e sottocute e dovrebbe lavorare con 8 infermieri su 6 posti letto). Con cifre alla mano a quanto il comparto dovrebbe ammontare e come potrebbe essere suddiviso, noi di StrettoWeb ci teniamo a riferire che i reparti funzionanti all’interno del “Cutroni Zodda” sono esclusivamente Medicina generale e Chirurgia generale con rispettivamente da Pianta Organica 16 infermieri e 17 infermieri. Altri reparti risultano inesistenti se non da ambulatorio e vorremmo nel dettaglio dare contezza di questo gap, con il vuoto del relativo staff sia medico che infermieristico: Urologia che manca avrebbe “gradito” un aiuto di 17 infermieri; Ortopedia, che altrettanto non c’è, ne avrebbe avuto bisogno di 10, Neurologia e Terapia Patologie Cerebro – Vascolari acute insieme sarebbero state munite di 14 unità ma la Neurologia è finita al Fogliani di Milazzo quando la Pneumologia è stata traslocata a Barcellona; Geriatria e Lungodegenza che sono state eliminate dalla realtà (nonostante il documento del personale reciti il contrario) sarebbero state assistite da 18 infermieri; ancora a Malattie Infettive che non è stata abolita ma forse “sottodimensionata” (sempre pochi medici, di cui due pensionandi più due su sette da Pianta Organica) e avrebbe in dotazione 17 infermieri che saranno dirottati altrove ma dove? Sicuramente, ad aumentare la lista dell’eccedenza; nella Riabilitazione funzionale se ne specificano addirittura 13 su 20 posti letto (dove saranno? È chiaro dislocati a fare numero con altri colleghi) e infine in Astanteria (chiusa da marzo 2023) ovvero in Pronto Soccorso e Osservazione Breve ulteriori 18 su 4 posti letto: con certezza, possiamo confermare che il Pronto Soccorso è stato una di quelle perdite più scandalose per la mancanza di copertura nell’assistenza, dal punto di vista delle distanze geografiche da sopperire.
In tale quadro, sappiamo che l’Asp ha da programma di realizzare delle assunzioni sia per il 2025 che per il 2026 sia in ambito medico che infermieristico: 414 medici e oltre 200 infermieri in tutti i presidi. Abbiamo anche appurato con INTERVISTA VIDEO (che troverete a fine articolo) qualche tempo fa, durante la loro convention, il parere dei parlamentari di Sud chiama Nord dell’Assemblea regionale siciliana, Cateno De Luca, Fondatore del Movimento, che ha sempre disapprovato anzi disprezzato e condannato le eventuali dinamiche clientelari che si registrano durante il periodo di elezioni e Matteo Sciotto che si è sempre distinto nelle battaglie sulla sanità pubblica, specialmente nei centri della riviera tirrenica di Messina quali il “Fogliani” di Milazzo tra lo SCANDALO dei farmaci somministrati ai pazienti, già scaduti e la penuria di acqua calda nella toilette dei ricoverati (a dirlo proprio le loro famiglie).
Per quanto concerne il deputato Sciotto ha rincarato la dose affermando che “se il dato fosse accertato con una percentuale degli infermieri al Cutroni Zodda più elevata d’Italia, sarebbe un fatto sconcertante. Un’altra ragione per cui la sanità dovrebbe essere riformata dalla politica e indagare prima degli scandali su ciò che non va per migliorarsi e fornire il miglior apporto assistenziale alla gente”.





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