Iniziando sempre col dichiarare la scelta semantica data dall’equazione secondo cui: i rom stanno agli zingari come i calabresi stanno agli ndranghetisti. Così, se ai calabresi tocca il primo impegno a sconfiggere la ndrangheta, è ai rom che spetta quello di debellare gli zingari. Anche perché solo i rom potranno sconfiggere gli zingari. La comunità rom di antico insediamento presente in Italia come in Calabria è formata nella sua maggioranza da onesti e laboriosi cittadini, i quali storicamente hanno subito e subiscono una discriminazione, con un’intensità non sempre uguale.
Una minoranza deviata si è gradualmente strutturata in formazioni mafiose
Nell’ultimo trentennio, una minoranza deviata di tale comunità si è gradualmente strutturata in formazioni mafiose sempre più smarcate dall’egemonia delle principali organizzazioni criminali italiane. In Calabria più che altrove tali dinamiche trovano facile comprensione, specialmente pensando al fenomeno migratorio che ha caratterizzato la regione negli ultimi due secoli. Così come tutti gli ndranghetisti sono calabresi ma tutti i calabresi non sono ndranghetisti, tutti gli zingari sono rom ma non tutti i rom sono zingari.
Richiamo agli studi della criminologa Anna Sergi
Opportuno è il richiamo agli studi della criminologa Anna Sergi, la quale offre un metodo per lo studio del fenomeno che ha portato alla creazione delle cosche zingare. Esse possano proliferare strumentalizzando e deviando alcune dinamiche sociali proprie della comunità rom facilitando e creando così quelle condizioni ottimali affinché possano proliferare. In fondo, per come emerge dalle ricerche condotte dalla Sergi, la ndrangheta in realtà come l’Australia pare abbia sfruttato gli stessi meccanismi antropologici, la calabresità, attraverso ciò che è stato definito ndrangheta comportamentale, ossia il fare leva su costumi e tradizioni per vincolare, sottomettere e condannare la propria comunità d’origine ad essere cannibalizzata e resa isolata aggravando costantemente e scientemente i pregiudizi storicamente subiti.
Negli anni Novanta la Calabria si sollevò contro la ‘ndrangheta
La ndrangheta lo ha fatto coi calabresi all’estero e gli zingari lo fanno coi rom in casa. Ci fu un tempo in cui a metà degli anni Novanta la Calabria si sollevò contro la ndrangheta, con una cittadinanza che sfilò in strada manifestando la volontà di rompere il giogo mafioso. Ed invece qualcosa non funziona ed anzi anestetizza la cittadinanza attiva rom odierna. Associazioni che spesso hanno cambiato più spesso nome piuttosto che presidente, fiaccano e soffocano una presa di coscienza e di posizione. Ricordiamoci che all’indomani dell’operazione “Garden” ci fu una levata di scudi, ma a favore dei criminali e contro l’allora Procuratore della Repubblica proprio per l’essersi spinto ad indagare e perseguire quelle cosche zingare presenti nel reggino.
Gli zingari sono i primi nemici dei rom
Gli zingari sono i primi nemici dei rom. Ma la salvezza non piove per nessuno dagli angeli in cielo, ma essa può solo sorgere dalle proprie viscere e fatiche. E dunque così come solo i calabresi potranno ribellarsi e sconfiggere la ndrangheta, solo i rom potranno ribellarsi e sconfiggere gli zingari.





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