“Apprendo con vivo stupore la decisione adottata dai consiglieri comunali, Giulia Restuccia ed Emilia Rotondo, adottata di concerto con, niente di meno che, il segretario regionale, senatore Germanà, relativa alla mia espulsione dal gruppo consiliare della Lega“. E’ quanto afferma in una nota il Consigliere comunale e Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale, Mirko Cantello. “Provo forte imbarazzo, quasi pena (se non fosse eccessivo, attesa la circostanza risibile) questo sarebbe il giusto termine da utilizzare per manifestare il mio sentimento in relazione alla posizione delle citate colleghe, le quali sono utilizzate dal senatore per vendicarsi dello scrivente, reo di non averlo sostenuto alle ultime elezioni europee. Mi meravigliano, infatti, tantissimo le motivazioni espresse a sostegno del citato provvedimento di espulsione, testualmente: ma di cosa parlano, di quale linea politica? Di quali posizioni di gruppo? Di quali linee guida? Di quali iniziative di partito? Di quali obiettivi?”, rimarca Cantello.
“È evidente la grande confusione in cui versa il senatore, il quale ha ritenuto di compromettere in questa sua inutile ed infantile crociata due giovani consiglieri ai quali mi piacerebbe chiedere di declinare la linea politica, le decisioni, le posizioni, gli accordi che io avrei disatteso. Invero, in quasi tre anni di consiglio comunale nulla dal gruppo in questione è stato messo in campo in termini di iniziativa politica, se non l’attività di ogni singolo consigliere, che certamente non può assurgere a linea politica generale. Nessuna posizione ha assunto il gruppo (o meglio, il partito guidato dall’on. senatore) sui temi cittadini. Unico tema, peraltro trattato come slogan dal nostro senatore, il Ponte, che a suo dire è più importante degli ospedali, quindi della sanità, a cui l’autonomia differenziata ha dato definitivamente il colpo di grazia a discapito delle regioni e delle fasce sociali più deboli, con un evidente frattura Nord Sud. Per il resto il nulla. Con sincero affetto, auguro alle due giovanissime colleghe, a cui non attribuisco alcuna responsabilità, ogni fortuna, al non più giovane mandante di crescere“, conclude Cantello.



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