Qualcuno potrebbe pensare che a sfidare le correnti sia stato solo Colapesce nella antica leggenda legata a Federico II nello Stretto di Messina. Invece sono tantissimi i messinesi che arrivano a bagnarsi i piedi nella lunga spiaggia che da Capo Peloro arriva quasi sino in centro a Messina. E’ il fenomeno chiamato del “mare d’inverno” che rievoca i sentieri della talassoterapia. La città messinese celebra il suo legame col mare grazie a un clima mite ma cangiante dato dallo switch su due coste diverse: quella tirrenica a nord e quella ionica a est.
E infatti quando tira il vento di scirocco da un lato il mare è calmo, sull’altro fronte invece è agitato e viceversa. Questo sdoppiarsi nella sua indole mite o burrascosa, consente sempre di viversi il mare grazie alla “punta” di Capo Peloro, il cosiddetto “Pilone” dell’ormai dismessa torre Morandi. Da quelle parti i due mari si incontrano dando origine a una lingua di sabbia quasi caraibica e molto attrattiva per rilassarsi e passeggiare. Non è un caso che molti lidi e ristoranti riescono a sopravvivere anche nei mesi invernali. E questo grazie anche alle caratteristiche del luogo, ai grandi laghi di Ganzirri e alle attività a essi adiacenti, alla lunghissima costa messinese che arriva fino a Villafranca Tirrena che si snocciola in luoghi meno abitati ma che conservano un fascino magico per via del legame con la natura.
Uno dei pochi esempi, tra le grandi città italiane che affacciano sul mare, di legame costiero reso vivo dalle tradizioni della pesca e dell’intrattenimento extra-stagionale.



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