Che spettacolo per la festa di Sant’Agata, la Santa protettrice di Catania, dove è invocata in occasione delle ricorrenti eruzioni dell’Etna, fu mandata a morte nel 250 dal console Quinzano, per aver rifiutato la sua proposta di sposarlo. Subì un martirio crudele con il taglio dei seni ed il supplizio dei carboni ardenti. Le reliquie sono custodite nel Duomo di Catania.
Migliaia di fedeli per la processione di Sant’Agata
La processione vede le reliquie della Santa attraversare il centro di Catania. Sono migliaia i fedeli lungo il corteo. Dopo il Duomo si procede verso via Etnea, attraversando piazza Università. Poi, via Caronda per dirigersi verso piazza Cavour. Qui, lo spettacolo pirotecnico al “Borgo” e poi la lunga discesa fino ai “Quattro Canti”. Qui ci si avvicinerà al momento più atteso della Festa: la “salita di Sangiuliano”, uno dei momenti più emozionanti insieme al canto delle monache di clausura di San Benedetto. Da qui il fercolo, passando davanti al monumento in onore del cardinale Dusmet in piazza San Francesco D’Assisi, si sposta lungo via Garibaldi per tornare in Cattedrale.
L’omaggio di Ignazio La Russa a Sant’Agata
“Oggi Catania rende omaggio a Sant’Agata, vergine e martire, patrona della città. Una ricorrenza di profonda devozione, a cui sono molto legato, che richiama ogni anno migliaia di fedeli. La sua testimonianza di fede e coraggio continua a ispirare e a illuminare il cammino di molti. Semu tutti devoti tutti… Viva Sant’Agata!“. Lo scrive su facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Festa di Sant’Agata a Catania, Schifani: “impegnati per un futuro migliore in Sicilia”
“Le celebrazioni per la patrona di Catania rappresentano sempre un momento di grande emozione, tra fede e partecipazione popolare. Voglio sottolineare i valori cristiani che soggiacciono a questo momento di grande tradizione, quei valori che ci impongono di aiutare gli ultimi, chi si trova in condizioni di disagio e di difficoltà. Non lasciare indietro nessuno è uno dei punti cardine dell’azione del mio governo e continueremo a impegnarci verso costoro e verso chi se ne prende cura. Diciamo no alla rassegnazione perché, come sottolineato dal cardinale Zuppi nella sua omelia, vogliamo alimentare la speranza di un futuro migliore per la Sicilia e per tutta la nostra comunità. Cogliamo già segnali positivi in tal senso e con determinazione e impegno perseguiamo questo obiettivo, ispirati dai quei valori espressi anche dal sacrificio di Sant’Agata”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione delle celebrazioni per la festa di Sant’Agata, a Catania dove questa mattina ha preso parte al solenne pontificale celebrato in cattedrale dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, al fianco dell’arcivescovo di Catania Luigi Renna.
L’omaggio alla Santa delle istituzioni
Presenti alla funzione anche il ministro della Protezione civile e del mare, Nello Musumeci, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, il sindaco di Catania, Enrico Trantino, altre autorità politiche, civili, religiose e militari. Il presidente della Regione è stato ospite del sindaco Trantino a Palazzo degli Elefanti per assistere all’uscita del busto reliquiario dalla cattedrale e porgere un omaggio floreale al fercolo in processione in via Etnea. A seguire si è recato nella sede di rappresentanza dell’Ars ospite del presidente Galvagno.
Sant’Agata: miracoli e leggende più celebri
Numerosi e suggestivi le leggende e i miracoli aventi Sant’Agata per protagonista. Molto famosa quella dell’impronta. Quinziano provò a convincere la Santa a intraprendere la via del piacere ma la fanciulla rispose: “E’ più facile che si rammollisca questa pietra, che non il mio cuore alle tue blandizie!”, battendo il piede che lasciò un’orma su una pietra, ancora conservata a Catania, nella Chiesa del Santo Carcere. Parliamo ora di una leggenda agghiacciante. Sembra, infatti, che la notte tra il 4 e il 5 febbraio, giorni del martirio, si sentano ancora le sue urla disperate che richiamano ripetutamente il nome Agata. L’eruzione del 252? Agata era morta da un anno ma Catania il 1 febbraio venne minacciata da una violentissima eruzione del vulcano che minacciava di distruggere tutte le provincie. Gli abitanti dei vari villaggi fecero ricorso al velo che cingeva il suo sepolcro, opponendolo all’avanzata inesorabile della lava. Il velo, da bianco, diventò rosso, arrestando l’eruzione proprio il 5 febbraio, giorno dell’anniversario del martirio.



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