Biodiversità bancaria: la grande bellezza

Proteggiamo, rafforzandola, la biodiversità del settore finanziario, ed aiutiamo, per questa via, e senza traumi, la stabilità e capacità competitiva del sistema

Viviamo momenti molto vivaci, anche un po’ troppo, che vanno dal ciclone Trump, alle guerre in corso, al posizionamento politico dei singoli Stati che cercano di trarre un qualche vantaggio da tali dinamiche. Il quadro è complesso e molto confuso, per cui l’opinione pubblica e le forze produttive stentano ad orientarsi nella ricerca di certezze delle quali, almeno per ora, bisogna fare a meno. Attendiamo l’evolversi delle situazioni, nell’auspicio che, alla fine, prevalga il buon senso. Il nostro Paese è parte attiva in questo contesto, con una situazione politica in perenne fibrillazione ed un ciclo economico fatto di chiaroscuri, la cui colorazione dipende, aldilà dei fatti oggettivi, dalle interpretazioni politiche e “intellettuali” di parte.

Mondo bancario

Una testimonianza di questo disagio è la partita che si sta giocando nel mondo bancario dove alcuni attori, come Unicredit, Generali, Mediobanca, MPS, BPM, si stanno muovendo, insieme ad importanza azionisti, leggi Caltagirone e Del Vecchio, per assicurare al Paese, almeno così dicono, campioni che, per la dimensione che si va a raggiungere, potranno competere, a livello internazionale, con i più autorevoli ed accreditati gruppi finanziari.

Obiettivi

Gli obbiettivi sembrano chiari! È come raggiungerli che disorienta l’opinione pubblica, soprattutto se i discorsi si complicano con avventure internazionali, come la banca tedesca Commerzbank, e con invasioni di campo da parte dello Stato, ergo della politica, che dovrebbe sovraintendere alla tutela del supremo interesse del Paese.

In questa sede, e da curioso osservatore che tenta di districarsi tra intrecci così complessi, voglio riflettere su alcuni passaggi cruciali, puntando verso le basi di un sistema produttivo che deve essere messo in condizione di sostenere uno sviluppo sano e costante ed una equilibrata evoluzione sociale. La strutturazione del sistema finanziario, e specificatamente creditizio, venne costruita, fra gli anni trenta e gli anni novanta dello scorso secolo, sulla istanza imprescindibile della stabilità. Essa è pregiudiziale della crescita da cui derivano le più efficaci risposte a sostegno dell’economia e della società.

A supporto di un tale processo si favorì la nascita di varie tipologie di intermediari finanziari che andavano dalle banche popolari alle casse di risparmio, alle banche di credito cooperativo, agli istituti di credito speciale, alle banche commerciali e private.

Stabilità

Oggi, la stabilità si regge su una tale costellazione. Essa comunque, realisticamente, va vista come una creta da modellare, tenendo presente la dinamica dei tempi, ma sempre in coerenza con i suoi cardini fondanti. Ciò impone il richiamo delle finalità del sistema creditizio, preposto a sostegno delle piccole e medie imprese, nonché delle famiglie, se si considera soprattutto la configurazione del nostro sistema produttivo e sociale.

Si ritiene, in un momento storico come quello attuale, in cui la attrazione della grande dimensione, sospinta anche da eventi geopolitici globali, sembra prevalere, che sia opportuno tenere aperto il dibattito per arrivare a conclusioni confacenti, in linea con le vere esigenze del Paese. Esse debbono andare oltre le ambizioni delle singole entità e la visione, a volte sfrenata, dell’umano orientamento, tenendo puntato il radar verso le imprese e i territori.

Una domanda si pone, stimolata dalla poesia di Jean de la Fontain, dal titolo “La canna e la quercia’’. Quest’ultima è solida e resiste a venti normali, ma rischia di spezzarsi sotto l’infuriare di una forte tempesta; la canna si piega sotto un forte vento ma non si spezza. Al Sud, con saggezza antica e sofferta, si usa dire: “Chinati canna che passa lu ventu”.

Da qui il passaggio all’immagine di una foresta che, con un solo tipo di alberi, è più esposta e vulnerabile di quella in cui convivono vari tipi di alberi, arbusti, sottobosco. In conclusione, proteggiamo, rafforzandola, la biodiversità del settore finanziario, ed aiutiamo, per questa via, e senza traumi, la stabilità e capacità competiva del sistema.