La Chiesa della Madonna dei poveri, conosciuta da sempre in città come “la Chiesa di Pepe” è una delle più piccole chiese di Reggio Calabria, ma è di certo una delle più antiche, essendo stata costruita nel X secolo, quando fu intitolata al Santissimo Salvatore. Chiusa nel 1567, a seguito della peste, venne poi ristrutturata nei secoli XVI e XVII. Danneggiata pesantemente dal terremoto del 1783, rimase poi per decenni abbandonata, per essere infine ristrutturata ancora nell’800.
Venutasi a trovare in un terreno che era stato acquistato da tale Paolo Albanese, chiamato “Paulu Pipi”, la chiesetta, da allora è conosciuta appunto come “a cresia i Pipi”, che è “italianizzata” in “la Chiesa di Pepe”. Ieri sera, quella chiesetta, ai più sconosciuta e dalla quasi totalità dei cittadini trascurata, era strapiena, forse come con lo è mai stata, con gente che stazionava nella sacrestia accanto e persino fuori, al freddo. Ma non c’era una messa, né altra funzione religiosa.
C’era il prof. Daniele Castrizio, notissimo storico, reggino fino al midollo, conoscitore come nessun altro della storia di Reggio, che ha intrattenuto, coinvolgendola piacevolmente, tutta quella gente, descrivendo come era anticamente la città, con riscontri storici e aneddoti che si rifacevano ai tempi della Magna Grecia, e ancor prima.
La lezione, perché di questo si è trattato, è stata presentata da Gianni Suraci ed è stata tenuta magistralmente da Daniele Castrizio che , ancora una volta, si è dimostrato un divulgatore eccezionale e che ha infine concluso che, se è vero che tutti sanno che Reggio Emilia ha dato i natali al tricolore nazionale, è anche vero che nessuno dice che proprio a Reggio Calabria sia nato il nome Italia.










Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?