Tra i borghi più caratteristici e ricchi di storia di tutta la Sila, San Giovanni in Fiore ha certamente un ruolo di grande rilievo che, come tale, merita di essere approfondito, scoperto e riscoperto dai viaggiatori che sono alla ricerca di un’esperienza dallo spiccato valore culturale. Adagiato a 1.050 metri sul livello del mare, San Giovanni in Fiore deve il suo nome e il suo sviluppo all’Abbazia Florense, fondata dall’abate Gioacchino da Fiore nel XII secolo: ancora oggi, a distanza di secoli da quell’evento, l’Abbazia continua a ispirare la comunità locale e rappresentare l’elemento focale intorno a cui ruota la cittadina.
L’Abbazia Florense: un importante luogo di culto
Come abbiamo anticipato poche righe fa, l’Abbazia Florense è certamente il più importante luogo di culto di tutta San Giovanni in Fiore. Edificio monastico di grande importanza nel già ricco patrimonio di architettura religiosa medievale della Calabria, l’abbazia è stata edificata secondo i tipici canoni dell’architettura cistercense e conserva ancora oggi elementi romanici e gotici di grande pregio.
Il chiostro e la chiesa abbaziale testimoniano ancora la grandezza spirituale e culturale dell’ordine florense, oltre che la capacità dello stesso abate di immaginare il risultato finito dei lavori di costruzione: pare infatti che sia stato lo stesso Gioacchino da Fiore a disegnare uno schema simbolico della costruzione ecclesiastica nel suo Liber Figurarum.
L’abate non riuscì tuttavia a vedere la fine dei lavori, che invece fu condotta dal successore di Gioacchino, l’abate Matteo I. I lavori dell’abbazia terminarono nel 1234 e – come voluto da Gioacchino – la struttura fu dedicata a San Giovanni Battista, santo eremita con il dono della profezia e della contemplazione. Dal nome del santo patrono dell’abbazia poi il paese prese il suo nome nel 1530, quando su editto dell’imperatore Carlo V fu costituito un casale civico, dando così il via formale alla storia civile del borgo.
Oggi l’Abbazia – al netto di numerosi lavori che si sono succeduti negli anni – conserva ancora l’austerità romanica di un tempo. La facciata è in stile gotico e presenta sottili colonne, con capitelli decorati da palmette e foglie. In corrispondenza dell’altare maggiore c’è la cripta, che custodisce in un’urna le spoglie di Gioacchino da Fiore.
Le altre strutture religiose da vedere
Anche se rappresenta di gran lunga la struttura religiosa più importante del territorio, l’abbazia non è l’unico edificio che merita una visita in questa destinazione.
Per esempio, la seconda chiesa edificata dopo l’abbazia è la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Risalente al 1576 per volere dell’abate Salvatore Rota, conserva alcuni reliquari religiosi di grande valore, statue e tele antiche. L’attuale aspetto si deve alla profonda ristrutturazione avvenuta due secoli dopo, nel 1770.
Di interesse è anche il convento dei Cappuccini, eretto dai frati dell’Ordine minore nel 1636, così come la chiesa di Santa Maria della Sanità, edificata nel 1678, che custodisce diversi affreschi di artisti campani e calabresi.
Di più piccole dimensioni è la chiesa dell’Annunziata, costruita nel 1653, mentre appartengono al ‘700 sia la chiesa di San Francesco di Paola (o chiesa del Crocifisso), sia la chiesa della Madonna del Carmelo (o chiesa della Costa).
Non tutti sanno, però, che l’edificio più antico è il monastero dei Tre Fanciulli, situato fuori dal centro urbano. Fu edificato intorno all’anno 1000 e originariamente fu di proprietà del territorio comunale di Caccuri.
Il centro storico e le altre attrazioni
Oltre agli edifici religiosi, San Giovanni in Fiore presenta agli occhi dei suoi visitatori tante altre attrazioni diffuse, spesso concentrate nei quartieri storici del Cognale e della Cona, che conservano l’impianto urbanistico medievale con le caratteristiche case in pietra.
Da visitare sicuramente l’Arco normanno del 1200, situato nelle prossimità dell’Abbazia forense, così come il Monumento ai caduti di Monongah, risalente allo scorso secolo a commemorazione del centenario della tragedia mineraria avvenuta nella miniera della Virginia occidentale, negli Stati Uniti, dove persero la vita 956 persone. Di questi, molti erano emigranti provenienti da San Giovanni in Fiore e da altre cittadine della Calabria.
Tra gli altri luoghi commemorativi citiamo anche il Cippo della Stragola, cippo in granito silano posto nel 1909 sul luogo di cattura dei Fratelli Bandiera, a 10 km dal centro abitato della cittadina.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?