Reggio Calabria, l’Associazione “Biesse” in visita al carcere “G. Panzera” per incontrare le donne detenute

L'Associazione "Biesse" di Bruna Siviglia ha fatto visita alle donne detenute nel carcere "G. Panzera" di Reggio Calabria

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“La solidarietà per Biesse non va mai in vacanza. Una giornata di speranza con le donne detenute del carcere di Alta Sicurezza “G. Panzera” di Reggio Calabria. In dono dolci natalizi, panettoni, torroni, felpe. Un momento di riflessione e condivisione con chi vive recluso e sta scontando la propria pena”. Queste le parole della Presidente Nazionale Biesse Bruna Siviglia, promotrice dell’iniziativa all’interno della casa circondariale. “Un ringraziamento speciale al Direttore degli Istituti Penitenziari reggini, Dott. Rosario Tortorella, per la sensibilità e la fattiva collaborazione; alla Dott.ssa Daniela Tortorella, Presidente del Tribunale di Sorveglianza e alla Dott.ssa Catia Asciutto, Magistrato della Corte D’Appello per la loro preziosa presenza, per le che hanno espresso quel umanità che fa sempre la differenza”.

“Il carcere non è un mondo a sé – prosegue Siviglia – è un luogo che va maggiormente attenzionato, non può avere soltanto una funzione punitiva ma anche rieducativa, questo è il nostro impegno come associazione creare opportunità di crescita, di riscatto e di consapevolezza che anche chi ha sbagliato può e deve avere una nuova prospettiva di vita. Sono otto anni – conclude Bruna Siviglia- che con impegno portiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle detenute e ai detenuti con tutta una serie di iniziative volte alle rieducazione e alla divulgazione dei valori di legalità e giustizia”.

“Proprio nel giardino botanico del carcere “G. Panzera” due anni fa abbiamo fatto piantumare da due detenuti l’albero di ulivo simbolo della pace in memoria del Magistrato Paolo Borsellino e degli uomini della scorta; la proiezione del film “Liberi di Scegliere” nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne; spettacoli teatrali, concerti musicali. Perché l’arte, la cultura, la bellezza, sono le principali armi di riscatto e di cambiamento. Grazie sempre a tutti gli educatori al Capo Area Lorenzo Federico e a tutti gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”.

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