“E’ stata la dichiarazione del Ministro dell’Ambiente in Parlamento nei giorni scorsi ad essere stata decisiva, ad aver fatto chiarezza, ad aver dato ragione a Report: non c’e’ stato alcun coinvolgimento formale di INGV. Webuild ha fatto tutto da se’ per gli aspetti sismici del progetto “Ponte” e a Stretto di Messina e al Governo va bene così: nessuno ha sentito l’esigenza – ne’ la sente ora – di coinvolgere ufficialmente l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’unico Ente che ha competenza statale sul rischio sismico!”. Lo afferma in una nota Enzo Musolino Segretario cittadino Circolo PD “Tonino Giordano” Villa SG.
“Si mettono d’impegno per fare “il “progetto più bello del mondo” e non chiamano in causa gli unici esperti capaci di realizzare uno studio “ufficiale”, scientifico, serio. Uno studio che, come e’ evidente, richiederebbe un lavoro sull’ intero territorio coinvolto: analisi, prelievi, simulazioni che non sono mai stati fatti!”
“Rimandano questi studi sempre a dopo, alle ulteriori fasi progettuali, eventualmente a successivi stralci dell’appalto, dopo l’inizio dell’Opera comunque, dopo le prime costosissime “pietre”, dopo la bandierina dei primi cantieri e degli espropri che consentiranno al ministro Salvini di cantare vittoria, di giocarsi queste fiches con i colleghi di Governo, con la premier Meloni”.
“D’altra parte, lo hanno già fatto con le analisi – inesistenti – sui rischi per la salute pubblica di questo mega appalto: nell’aggiornamento al progetto definitivo – successivo alle raccomandazioni della Commissione tecnica – hanno detto chiaramente che alla “Salute” dei cittadini di Villa e di Torre Faro ci si penserà dopo, a cose fatte”.
“Lo stesso vale ora per gli studi sismici sulle faglie attive: se ne parlerà se del caso a territori sventrati, a colline bucate, ad ecomostri impiantati, a varianti realizzate, a città devastate. E sulla base di tutti questi “rinvii al futuro” la Commissione Via Vas ha dato “parere positivo” … ma a che? E’ tutto sempre più chiaro: la questione non e’ “tecnica”, non c’e’ vero dibattito sulla fattibilità (non ci crede nessuno), i limiti del progetto li conoscono tutti, ciò che non va bene e’ evidente”.
“Di 14 e più miliardi per tutto l’appalto – al netto del Ponte in se’ – la quota più interessante riguarda le opere a terra, le propedeutiche, le preliminari, le stradali le ferroviarie, le gallerie, le interferenze. E’ li’ che si comincerà (come ha fatto Berlusconi venti anni fa), e’ questo che davvero conta: mettere in moto la macchina dei contratti e dei soldi! Altro che terremoto! Quando si arriverà ai piloni si penserà, probabilmente, pure alla faglia sismica attiva; per il momento bastano gli scongiuri e una buona dose di faccia tosta”.