Catania, il Teatro Massimo Bellini commemora le vittime della Shoah con “La musica miracolosa”

“La musica miracolosa” è il recital di Francesco Nicolosi e Stefano Valanzuolo dedicato a Władysław Szpilman, il pianista del ghetto di Varsavia

Fedele ad un appuntamento non scritto, il grande pianista catanese Francesco Nicolosi torna anche quest’anno – graditissimo ospite – sul palco del Teatro Massimo Bellini, che lo ha acclamato fin da giovanissimo e lo ha visto per diverse stagioni direttore artistico. Ogni sua esibizione lascia il segno e lo farà anche questa volta nel recital “La musica miracolosa”, concepito insieme al prestigioso critico Stefano Valanzuolo, autore del testo e voce narrante dello spettacolo dedicato alla figura du Władysław Szpilman, noto come ‘il pianista del ghetto di Varsavia. L’Ente lirico etneo commemora così l’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, un viaggio nella memoria per non dimenticare le vittime dell’olocausto.

L’appuntamento è per domenica 2 febbraio alle ore 17:30 per la stagione di Concerti e Recital che continua a registrare numeri da record e reiterati sold out. Lo stesso avviene per la Stagione di Opere e Balletti, per la quale è prevista la riapertura della campagna abbonamenti dal 7 al 28 febbraio.

La storia

L’energia delle note continuerà a inondare la sala del Sada, come promette “La musica miracolosa”, antidoto alla tragedia collettiva che ha segnato un’intera generazione di ebrei, vittime di crudeli persecuzioni nei territori sotto il dominio o l’influenza del nazismo e del fascismo. L’aspetto più doloroso riguarda la sorte dei 450.000 ebrei di Varsavia, inizialmente segregati nel ghetto a partire dall’autunno del 1939, per poi essere deportati nei numerosi campi di concentramento sparsi per la Polonia. Alla fine della guerra, solo ventimila sarebbero sopravvissuti, e la loro disumana esperienza è ora documentata nel Museo dell’Insurrezione di Varsavia.

Fra i superstiti, uno ha ottenuto una fama che ha travalicato la sua epoca: Władysław Szpilman (Sosnowiec, 1911 – Varsavia, 2000), divenuto celebre grazie al film “Il pianista” (2002) di Roman Polański, vincitore della Palma d’Oro a Cannes e di tre premi Oscar.
La carriera di Szpilman, iniziata sotto la guida di grandi maestri come Artur Schnabel e Franz Schreker all’Accademia di Berlino, subì dunque una brusca interruzione il 23 settembre 1939, ma dopo la guerra riprese con nuovo slancio, soprattutto attraverso il Quintetto di Varsavia, e grazie alla pubblicazione della sua autobiografia “Una città muore” nel 1946.

La musica miracolosa racconta la vicenda di questo virtuoso, tra storia e mito, e al contempo rende omaggio alla devozione che la Polonia ha sempre nutrito per il genio pianistico di Fryderyk Chopin. Se il compositore è sepolto al Père-Lachaise di Parigi, il suo cuore, per volontà della sorella Ludwika, riposa a Varsavia nella Chiesa di Santa Croce. E proprio da questo luogo simbolico della cultura polacca, nel 1944, ebbe inizio la lotta per la liberazione dal nazismo, così come, nel dicembre del 1988, le attività del Comitato di Solidarność di Lech Wałęsa, che due anni dopo sarebbe diventato il primo presidente non comunista eletto liberamente in Polonia, dopo nove lustri di regime sovietico.

Il concerto

Il concerto si sviluppa attraverso alcune delle pagine più famose del repertorio chopiniano, ma include anche compositori che ne testimoniano l’eredità, un’impronta che ha attraversato la musica pianistica per oltre un secolo, fino alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le creazioni di Chopin si ascolteranno: le Variazioni sul celeberrimo duetto del “Don Giovanni” di Mozart «Là ci darem la mano», op. 2, che hanno rivelato il genio del compositore al pubblico europeo; il Notturno in do diesis minore che, secondo una leggenda, Szpilman stava suonando alla Radio di Varsavia quando la città fu bombardata; e infine il Preludio in mi minore, op. 28 n. 4, che fu eseguito durante i solenni funerali di Chopin alla Madeleine di Parigi, il 30 ottobre 1849.

Sfumature sonore di altre opere evocative sono quelle del Clair de lune di Debussy, che collega idealmente il notturno chopiniano al linguaggio musicale impressionista; la travolgente trascrizione di Liszt della Morte d’Isotta di Wagner; e il decimo dei 13 Preludi, op. 32, di Rachmaninov, ispirato al dipinto di Arnold Böcklin “Il ritorno”, che con il suo cromatismo orientaleggiante rimanda al «banale, il Kitsch del quotidiano, della musica d’uso priva di qualità», nel giudizio di Piero Rattalino. Infine, la Mazurka in fa minore composta dallo stesso Szpilman nel 1942, una creazione che, con il suo semplice schema ternario, rievoca un salotto lontano nel tempo, sepolto sotto i bombard

Il pianista del ghetto di Varsavia si sarebbe poi sposato e diventato padre. A evitargli la morte prematura sarebbe stato un ufficiale tedesco catapultato dal caso tra le macerie della capitale polacca. Un nemico, cioè, un carnefice miracolosamente folgorato da un lampo di umanità e rispetto verso il magistero dell’arte. La musica miracolosa decodifica¹1 la storia di un uomo sopravvissuto all’orrore grazie al suo amore grande per il pianoforte, per Chopin. In una parola: per la vita.