Situazione disperata nel girone C di serie C per l’Acr Messina di Pietro Sciotto, che si trova sull’orlo del precipizio a causa di una serie di scelte folli da parte del patron che guida il club da sette anni e mezzo, quando ha avuto il titolo sportivo dal Comune allora guidato da Renato Accorinti. Era l’estate 2017 e per il Messina iniziava la peggiore parentesi della sua storia: quattro anni da incubo in serie D collezionando figuracce continue, in modo particolare nei primi tre anni quando la squadra biancoscudata non riusciva neanche a raggiungere i playoff e addirittura rischiava di retrocedere in Eccellenza concludendo tre stagioni in serie D al 6°, al 12° e all’8° posto. Poi finalmente al 4° tentativo è arrivata l’attesa promozione in serie C, vincendo un campionato senza rivali ma molto sudato per l’agguerrita seconda squadra di Messina, l’FC Messina, superata in classifica soltanto all’ultima giornata.
Sciotto, di fatto, è riuscito a conquistare la serie C soltanto quando ha dovuto salvare il primato della sua società in città, in un torneo in cui davvero non c’erano rivali (terzo fu il Gelbison, quarto il San Luca!). Infatti la promozione del 2021 non è servita a cambiare le cose: anche in serie C il Messina di Sciotto ha continuato a subire umiliazioni settimanali, senza mai essere neanche lontanamente competitivo per la promozione in serie B, la categoria del minimo sindacale per una squadra del blasone e della rappresentatività di una città come Messina. Anzi. Ogni anno è stato un calvario e una drammatica retrocessione in serie D è stata sistematicamente sventata soltanto nelle ultime partite, o addirittura negli spareggi dei playout.
Quest’anno la quarta stagione consecutiva in serie C è anche la peggiore: dopo 18 partite la squadra è quartultima in classifica, in piena zona playout, a -4 dalla salvezza. E senza le pesanti penalizzazioni di Taranto (-10) e Turris (-5) sarebbe terzultima con appena 3 punti di vantaggio sull’ultimo posto. La squadra ha perso pochi giorni fa 0-3 con il Foggia in casa, poche settimane prima aveva rimediato un clamoroso 6-0 ad Avellino, e in mezzo era stata battuta persino da Picerno, Altamura e Sorrento, squadre rappresentative di piccoli paesini o cittadine del Sud Italia.
Adesso, sabato, c’è la trasferta di Biella contro la Juventus Under 23: in caso di ulteriore sconfitta, anche le giovanili dei bianconeri supereranno il Messina che si ritroverà nuovamente terzultimo, con più punti soltanto di Turris e Taranto colpite però dalle penalizzazioni. Sarebbe, quindi, ultima tra le squadre senza penalizzazione. E tutto questo, se vogliamo, è anche un piccolo miracolo sportivo di mister Modica abbandonato da una proprietà che ha fatto terra bruciata: non esiste una dirigenza, non esiste neanche una società con le relative figure dello staff. C’è solo Sciotto e poi la squadra.
Sabato 14 la trasferta più difficile dell’era Sciotto, lunedì 16 la scadenza più impegnativa
Proprio quella di Sabato, inoltre, sarà la trasferta più lontana geograficamente e più costosa economicamente dell’intera era Sciotto. Mai, infatti, il patron messinese si era ritrovato a dover sborsare 10 mila euro per giocare una partita: tale sarà il costo della trasferta di sabato, la prima al Nord Italia dopo anni di tornei interregionali o similari (girone I di serie D e girone C di serie C). E proprio in termini di costi, Sciotto non ce la fa più.
Lunedì 16 dicembre, due giorni dopo questa delicatissima trasferta piemontese, ci sono le scadenze federali: è il gong definitivo per il pagamento delle spettanze dei tesserati. Tra stipendi e tasse, parliamo di circa 200 mila euro. Una cifra che Sciotto non è più in grado di garantire, soprattutto quest’anno che le entrate sono ulteriormente crollate: allo stadio non va più nessuno, parliamo di 600-700 persone massimo ogni partita, ed è più che comprensibile dopo i vergognosi teatrini dell’estate in cui Sciotto ha rifiutato offerte importanti per vendere il club. I tifosi, giustamente, non si fidano più e aspettano tempi migliori, anche perchè dove dovrebbero andare? Ad infelicitarsi la vita? Lo “spettacolo” di questo Messina è degradante e deprimente, indegno rispetto alla storia della città e della stessa squadra.
La farsa dell’AAD Invest Group e il fallimento (annunciato) del KMSK Deinze
L’ennesima farsa di Sciotto è stata subìta dalla città nelle ultime settimane con la solita storiella del preliminare annunciato sui media-amici e sulla pagina Facebook della società, a cui poi non c’è alcun seguito concreto. Gli allocchi hanno titolato che “Sciotto vende il Messina“, ma lo fanno senza vergogna almeno 3-4 volte l’anno da otto anni, e poi il Messina rimane sempre di Sciotto e continua sempre a fare schifo.
Che quella dell’AAD Invest Group fosse l’ennesima storiella di distrazione di massa era chiaro sin da subito e su StrettoWeb lo abbiamo scritto dal primo giorno. Venti giorni fa. Oggi, intanto, in Belgio, è arrivato il gong finale al KMSK Deinze ufficialmente acquistato dal AAD Invest Group un mese e mezzo fa, e fatto fallire in Tribunale. Gli stessi personaggi che avrebbero firmato il preliminare di vendita del Messina con Sciotto, hanno provato a prendere in giro le autorità: durante la precedente udienza, martedì 26 novembre, l’avvocato del club, Walter Van Steenbrugge, aveva dichiarato che era stato effettuato un pagamento di 400.000 euro per risarcire i debitori ed evitare il fallimento. Niente si è rivelato più lontano dalla verità. Quella settimana avrebbero dovuto essere pagati anche gli stipendi scaduti, ma ciò non è avvenuto. “Nessun pagamento è stato ricevuto nei giorni successivi alla precedente udienza“, si legge nelle carte del Tribunale, che stamani ha chiuso il processo e domani emetterà la sentenza. Il fallimento è inevitabile e nessuno pensa che andrà a finire diversamente: gli stessi tifosi belgi sono rassegnati. La squadra non potrà più giocare, verrà ritirata dal campionato (milita in serie B, fino a fine ottobre era seconda in classifica e lottava per la promozione, poi le ha perse tutte schierando la Primavera, ha già avuto la prima penalizzazione e adesso è destinata a scomparire).
Che l’AAD Invest Group non fosse minimamente in grado di gestire una squadra di calcio era chiaro dall’abc: bastava consultare la visura camerale per leggere che si tratta di una minuscola società dal capitale sociale di 12 mila euro, tra l’altro appena costituita, in un paradiso fiscale (in Lussemburgo), evidentemente con l’idea di qualche furbacchione di rilevare i club destinati al fallimento e accompagnarli nella procedura fallimentare, proteggendo i vecchi proprietari da tutti i guai legali e penali che incontrerebbero in Paesi come Belgio e Italia.
E così mentre a Messina i giornalisti parlavano di questa AAD Invest Group come un “colosso che si stava per quotare in borsa” (boom!!!) e che addirittura avesse alle spalle nientepopodimeno che Frank Rijkaard (stra-boom!!!!!), dopo tre settimane si è svelato il grande bluff ampiamente annunciato e adesso lo spettro del fallimento per il Messina di Sciotto già paventato in estate è sempre più vicino.
A pochi giorni dalla scadenza: si materializza lo spettro del fallimento
Di certo c’è che se Sciotto non riuscirà a saldare gli stipendi dei tesserati entro lunedì, arriverà la penalizzazione in classifica. Ma soprattutto, da quel momento i calciatori potranno mettere in mora il club. Non è detto che lo facciano, almeno non subito, ma potrebbe aprirsi una nuova parentesi drammatica: chi è disposto a lavorare senza essere retribuito? Qualora procedessero con la messa in mora, sarebbe un passaggio finale che segnerà inevitabilmente l’inizio della procedura fallimentare. Ecco perchè tutto quello che succede in campo, e la stessa eventuale penalizzazione, sono al momento questioni totalmente secondarie.
Il problema non è tanto l’eventuale retrocessione in serie D. Ma se davvero Sciotto non onorerà gli impegni presi, Messina rischia di rimanere senza calcio e se consideriamo che pochi mesi fa lo stesso Sciotto ha rifiutato la vendita a una grossa società americana (questa sì, reale) e ha preso in giro un altro serio imprenditore come Ettore Minore, allora davvero appare complicato capire che tipo di valutazioni abbia fatto il patron peloritano. Probabilmente avevano ragione gli addetti ai lavori che in tempi non sospetti, la scorsa estate, commentavano sbalorditi come il comportamento di Sciotto fosse “inspiegabile. E’ un kamikaze“. E adesso sta per farsi esplodere, portando con sé tutta la città e quella grande passione per il pallone ormai spenta da tempo.
