Josue Bangu non può camminare per Reggio Calabria in tranquillità. È il quadro che viene fuori dall’ultima puntata della trasmissione “Tiro da 4” nella quale il cestita della Viola ha raccontato come sta vivendo la viralità del suo “aundi imu sunamu”, la frase che ha fatto impazzire i tifosi della Viola e che è diventata ben presto virale anche al di fuori dell’ambiente neroarancio.
Bangu ha ammesso con il sorriso: “per me è la prima volta che ‘suono’… e che quando esco di casa mi fermano e mi dicono ‘aundi imu sunamu’. Io rispondo sempre: ‘sunamu e sapimu sunari’. È la mia prima volta a Reggio Calabria. Sono venuto qui per il basket ma anche per scoprire la città e la cultura. Mi hanno insegnato un po’ di dialetto e ho detto ‘va bene!’. Qualche volta allora parlo un po’ di dialetto“.
Il playmaker francese ha anche raccontato un particolare retroscena che lo lega a Victor Wembanyama, prima scelta assoluta dei San Antonio Spurs nel Draft della passata stagione, ROY NBA in carica, gigante francese di 223 cm (per fare un confronto, il centro della Viola Giovanni Cessel è 208 cm) con la capacità di tiro di una guardia che ha estremizzato ancora di più il gioco perimetrale dei lunghi NBA. Bangu racconta: “avevamo 13 anni e lo stesso allenatore. Wemby era già altissimo, ma proprio alto alto, non era forte come adesso ma comunque aveva già il tiro da fuori“.