Gallicianò, storia e attrazioni dell’unico borgo ellenofono della Calabria

Grazie al suo isolamento geografico Gallicianò ha saputo mantenere intatte le proprie antiche tradizioni culturali, artigianali e musicali

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Gallicianò è una frazione del Comune di Condofuri che ha una caratteristica molto particolare: è sostanzialmente l’unico borgo interamente ellenofono della Calabria, sebbene la lingua sia oramai utilizzata quasi esclusivamente in un ambiente domestico. Non è questa, però, l’unica specificità del borgo: grazie al suo isolamento geografico, infatti, Gallicianò ha saputo mantenere intatte le proprie antiche tradizioni culturali, artigianali e musicali: si celebra qui, ad esempio, la liturgia cattolico-bizantina nella chiesa della Madonna di Grecia, dalle cui prossimità si può godere di una meravigliosa visione panoramica della vallata.

Ad ogni modo, il fatto che Gallicianò sia un borgo relativamente isolato e orientato al mantenimento delle sue tradizioni, non deve far intendere che la cittadina sia priva di attrazioni. Anzi, è lecito affermare che il borgo è in costante fermento, soprattutto per quanto riguarda le arti come la musica, il al canto e la danza, uno dei principali biglietti da visita di questa località.

La storia di Gallicianò

La storia di Gallicianò risale al X secolo d.C. quando, appena dopo la fondazione dello stato Bulgaro, la città bizantina di Callicòn – a sua volta fondata dai romani nel I secolo a. C. come Callicum – venne attaccata e saccheggiata dai Bulgari. Molti dei suoi abitanti decisero di spostarsi in Calabria, fondando la cittadina di Gallicianò su un costone roccioso a circa 500 metri d’altezza.

Considerate le sue origini, in questo piccolo centro abitato, rimasto più isolato di altre località del territorio, si è conservato il greco, parlato frequentemente in ambito domestico.

Cosa vedere a Gallicianò

Oggi raggiungere Gallicianò e vedere le sue principali attrazioni è molto più semplice di quanto non potesse avvenire un tempo, quando questo piccolo villaggio era raggiungibile solamente a piedi, camminando per diverse ore lungo i sentieri che si snodavano tra i crinali, risalendo la fiumara. Una volta giunti sul luogo, però, ogni sforzo veniva ampiamente ripagato.

Ora, chi ha la possibilità di inerpicarsi fin qui può svelare un vero e proprio tesoro storico e architettonico che ruota intorno alla piazza principale, Platia Alimos, in cui si affaccia la Chiesa di San Giovanni, santo patrono di Gallicianò, la cui festa si celebra il 29 agosto. Nella parte alta del paese troviamo invece la chiesa ortodossa dedicata alla Madonna di Grecia (Panaghia tis Elladas), con le sue icone di ispirazione bizantina e i tradizionali ornamenti greco-ortodossi.

Chi si reca in visita qui non può inoltre non programmare una tappa al Museo etnografico che è dedicato alla filologa greca Anzel Bogasàri-Merianoù, giunta su questo territorio negli anni ’60 per approfondire gli studi sui borghi grecanici della vallata dell’Amendolea, così come al piccolo Teatro dedicato a Bartolomeno I, patriarca di Costantinopoli, da cui si può godere di un’intrigante vista sull’intera bovesia. In particolare, il museo etnografico è stato realizzato interamente con materiali donati dagli stessi paesani, che erano convinti che questo fosse l’unico modo per mantenere viva la memoria di un borgo che, con il passare dei decenni, avrebbe corso il rischio di scomparire.

Merita qualche riga in più l’affascinante storia della Fontana dell’Amore, a cui ci si può dissetare. La fontana è così chiamata perché è proprio qui che anticamente si incontravano i fidanzati. Negli antichi borghi ellenofoni, peraltro, non è un caso che il fidanzamento ufficiale avvenisse proprio mediante la pratica del cippitinnàu, che allude al rituale cui era collegato, e che prende origine dal ccìppo, il ceppo di legno che lo spasimante poneva, dopo averlo bruciacchiato, davanti alla porta di casa della donna che desiderava prendere in moglie. Se il pretendente era nelle grazie dei genitori della ragazza, allora il ccìppo durante la notte veniva portato dentro casa. In caso contrario il padre della ragazza lo faceva rotolare per strada.

Insomma, caratteristiche, storie e leggende che rendono Gallicianò un borgo tra i più unici e misteriosi della Calabria, una porzione di territorio che ancora oggi continua ad attirare un folto flusso di turisti, desiderosi di saperne di più sulle tradizioni e sullo straordinario patrimonio artistico di questa località che sembra essersi persa nelle maglie del tempo, finendo con il divenire un immortale simbolo culturale di ciò che la regione Calabria può offrire ai suoi viaggiatori.

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