Il bianco e il nero, il disegno che diventa catarsi, la matita sul foglio realizza le chiavi per aprire i lucchetti di tabù e pregiudizi. L’arte di Ester Cardella è ragione di vita, lavoro e straordinaria passione. Un mondo in cui trovano spazio erotismo, sessualità, figure femminili coscienti della propria carica sensuale.
Una produzione artistica che le ha permesso di finire su “La Repubblica” rappresentando “Santa Rosalia“, di attrarre richieste dall’estero e di girare le fiere di tutta l’Italia. Un mondo che Ester ha scelto di condividere con StrettoWeb attraverso una particolare intervista che arriva nel giorno in cui l’artista siciliana prenderà parte al Festival del Fumetto di Cosenza.
Ester Cardella e il suo rapporto con il disegno
Ester è una disegnatrice indipendente che lavora essenzialmente su commissione, realizza disegni a mano, unici nel proprio genere. “Disegno da quando ero piccola. È un modo di evadere, ho iniziato perchè quello che avevo davanti ai miei occhi non mi piaceva. È una terapia, un po’ meditazione“, racconta.
“Sono nata povera“, ammette e sottolinea come non abbia scelto di disegnare per soldi, seppur oggi, dopo aver fatto altri lavori per poter mantenere la propria passione, riesca a vivere grazie all’arte.
“Ho frequentato il Liceo Artistico e la Scuola del Fumetto a Palermo, poi ho iniziato il mio percorso personale. – svela Ester – Spesso nella scuola si cerca di creare qualcosa di standardizzato, indirizza verso il lavoro, ma un artista deve essere originale, trovare se stesso, questo non può essere insegnato. Mi sono presa del tempo per scoprire chi sono, ho un approccio più passionale che didattico. Ho imparato a dare un valore al mio lavoro, seppur l’aspetto economico per me sia secondario ma se unisci arte e disciplina, si sistema anche quello“.
La linea sottile fra erotismo e pornografia
“Il genere erotico mi piace, mi fa sentire libera. Mi piace anche l’horror, il gotico, il dark. Credo che erotismo e horror siano un po’ yin e yang. Una donna sensuale disegnata in un’ambientazione cupa: luce e tenebra, espressione del dualismo che tutti noi abbiamo“. Una produzione decisamente originale quella dell’illustratrice palermitana che rischia però di essere etichettata come pornografica.
Ester spiega la differenza fra i due generi: “erotica è anche l’energia che ci muove. Prendere qualcuno ‘per la gola’, con la cucina, è un atto erotico. ‘Erotico’ non vuol dire per forza ‘legato al sesso’. L’erotismo evoca delle sensazioni, delle pulsioni che non sono collegate al sesso, possono indurre ad esso. L’erotismo ha tante sfumature. Il porno è un prodotto che punta solo alla masturbazione, a un atto sessuale esplicito. Non c’è romanticismo, educazione sessuale, messaggio. Un film, una lettura erotica, invece, tende a stimolare qualcosa di mentale. La linea è sottile e viene fatta spesso confusione“.
Erotica ed eretica: l’arte di Ester Cardella fra eros e religione
Per descrivere l’arte di Ester Cardella abbiamo scelto il neologismo “Eroetica”, la fusione fra erotica ed eretica, come lei stessa si definisce. Nella sua produzione anche la sessualità, spogliata da etichette, impurità e peccati, diventa sacra. E contrasta la perversione, l’espressione di una sessualità nociva e repressa.
“Spesso, nella mia vita, ho dovuto rinunciare a delle cose ‘perchè è peccato’. Perchè non puoi vestirti, parlare o sederti in una certa maniera perchè sei donna. – racconta l’artista – La suora nei miei disegni è un simbolo di privazione. Se consideriamo il suo percorso: rinuncia alla sua sessualità, femminilità, a diventare madre. È una repressione della propria natura biologica per seguire un credo.
La suora che lecca il crocifisso nei miei disegni rende sacra anche la sessualità. La suora che, con una Bibbia in mano, mentre si sta toccando, si flagella con il cilicio, soffre mentre prova piacere, quasi un controsenso: rappresenta il fatto che siamo umani. La repressione porta alla perversione, le cose peggiori che vengono fuori perchè vogliono esistere. Penso ai casi di pedofilia nella chiesa. Se non ci si prende cura della propria sessualità poi diventa un mostro“.
L’autoerotismo femminile: un tabù da scardinare
Tanti i tabù ancora presenti sulla sessualità. Quello che secondo Ester Cardella andrebbe sdoganato principalmente è: “l’autoerotismo femminile. Si pensa non ce ne sia bisogno. Penso che molte donne avrebbero evitato di stare con il peggiore dei propri uomini se si fossero amate un po’ di più. Si pensa sempre che l’uomo debba dare piacere alla donna e la donna non possa darselo da sè. L’autoerotismo maschile è invece sdoganato da tempo. C’è una certa auto-consapevolezza che la donna deve prendere sul proprio piacere personale: cambierebbe le carte in tavola su tante cose“.
I pregiudizi e la famiglia
“Ti qualifichi in base a ciò che in un’opera d’arte riesci a vedere. Spesso mi dicono che le donne che disegno mi somiglino. Ma non mi vedono nelle foglie, nei tratti, nei decori delle colonne. Io sono nei dettagli, nello sfondo, sono più astratta“. L’arte fumettistica è soprattutto visiva e la si interpreta attraverso le proprie chiavi di lettura. Purtroppo anche attraverso i propri pregiudizi.
“Una donna che fa disegno erotico, come finire nella tana del lupo. – spiega l’artista palermitana – Un po’ le etichette, un po’ i pregiudizi attraverso i social… ma chi mi conosce davvero sa che sono una persona abbastanza seria. E anche le donne che disegno non sono mai donne di cui tu puoi prenderti gioco anzi, spesso ti sottomettono. In molti mi hanno chiesto se faccio la mistress per questo… mi hanno chiesto se oltre ai miei disegni vendessi anche mutandine. E succede solo perchè sono donna. Andresti mai da Milo Manara a fargli certe richieste?“.
Fortunatamente, non le è mai mancato il supporto della famiglia: “mia nonna ha tutte le mie magliette e i miei calendari. Mia madre pure. Mio fratello viene a tutte le mie mostre. Mia padre ha le mie felpe. Spesso ero io che mi vergognavo. Loro mi hanno sempre sostenuto, sono molto fortunata“.
La donna è sessualizzata nei fumetti?
Capita spesso di vedere nella produzione legata a fumetti e manga figure femminili dai tratti estetici eccessivamente marcati, a volte stereotipate, altre ancora direttamente sacrificate sull’altare del fan service.
Ester prova a dare un chiave di lettura che possa ribaltare la prospettiva: “più che sessualizzare, dovremmo far prevalere quello che è il piacere della donna. Molti uomini non hanno effettivamente idea di come funziona un corpo femminile. La donna sessualizzata non si manifesta nella sua vera identità. Io forse esisto per testimoniare questa diversità. Anzichè sessualizzarle rendiamo le donne consapevoli della propria sessualità, questo cambierebbe tanto“.
Dalla Sicilia a Berlino: l’arte in giro per il mondo
Abbiamo chiesto a Ester come la fa sentire essere una donna, siciliana, che porta la sua arte e un po’ della sua terra in giro il mondo. “Mi fa sentire piccola e mi emoziona sempre tanto. – ha ammesso – Sono stata a Malta, in Croazia, andrò a Berlino per una mia mostra. Amo Palermo, la mia città, il cibo, il calore delle persone: mi piace essere una siciliana con il suo piccolo bagaglio, sono anche molto curiosa di come risponderò agli stimoli di posti nuovi e diversi“.
Il Festival del Fumetto a Cosenza
Ester sarà a Cosenza il 30 novembre e l’1 dicembre per il Festival del Fumetto. L’artista palermitana ha realizzato l’omaggio a “La Donna Brettia“, prima donna guerriera nella storia del mondo Occidentale che nel 356 a.C., guidò proprio in Calabria i bruzi contro i greci oppressori, facendo conquistare loro la libertà. L’opera sarà esposta presso il Museo del Fumetto, e riprodotta in tiratura limitata in 50 copie in vendita nei giorni del Festival.
Sabato 30 novembre, Ester parteciperà, alle 17:00, al panel ‘Corpi, l’erotismo nei fumetti’ con Luna Belsito aka Wally Pain e Andrea Scoppetta, mentre domenica 1 dicembre, dalle ore 10:00 alle 13:00, terrà una Masterclass sul Fumetto erotico.
“Sarà una bella occasione per stare insieme, conoscerci, per rispondere alle domande sui miei disegni e raccontare le storie che ci sono dietro. Vi aspetto!“.