Centro Sociale di Sbarre, anziani furiosi. Falcomatà: “riaprirà”, ma loro non ci credono: “imbroglione, l’ho pure votato”

Nuova protesta degli anziani di Reggio Calabria per la mancata riapertura del Centro Sociale di Sbarre: non credono alle parole del Sindaco

  • Protesta anziani centro sociale Sbarre
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Protesta anziani centro sociale Sbarre
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Protesta anziani centro sociale Sbarre
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • interni centro sociale Sbarre
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  • Protesta anziani centro sociale Sbarre
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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  • interni centro sociale Sbarre
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StrettoWeb

Sono furiosi. Ancora. Dopo mesi, gli anziani del Centro Sociale di Sbarre non hanno a disposizione i propri spazi ricreativi. Quelli dove ritrovarsi, scherzare, chiacchierare, giocare, trascorrere insomma dei momenti di svago. La vicenda è nota e va avanti da mesi e mesi. Chiuso l’edificio per dei lavori di messa in sicurezza, è stata promessa una riapertura in tempi brevi. Ma, dopo circa 9 mesi, la situazione è sempre la stessa.

A infiammare gli anziani, ciò di cui si è accorta la propria responsabile, Annamaria Tripodi: l’ufficio anagrafe è aperto, il centro no. Come mai? “Siamo qua da febbraio a protestare, abbiamo fatto 5 Commissioni. Tutti gli assessori hanno detto che il Centro Sociale sarebbe stato riaperto, ma nulla è successo. Poi passo un giorno e vedo che l’ufficio anagrafe funziona. Così chiamo l’Assessore Nucera e gli chiedo: ‘perché l’ufficio anagrafe sì e il centro sociale no?’. La sua risposta: ‘non rivolgetemi più a me, i lavori sono stati abbandonati’. Chiamo Latella, aveva detto che mi avrebbe richiamato, ma ancora aspetto che lo faccia”, racconta la responsabile ripercorrendo rapidamente il caos di queste ultime settimane.

Gli anziani, a causa di questa scoperta, hanno così deciso di tornare a protestare: vogliono di nuovo i loro spazi. Lo dice a chiare lettere una cittadina: “non sono del suo partito, ma l’ho votato”, ammette. “Chiediamo di tornare a giocare a carte, siamo segregati dentro, sul divano, da 9 mesi, i miei figli non mi fanno uscire e io non ho altri svaghi. Venivamo qui lunedì, mercoledì e venerdì, tre volte a settimana, ma ora siamo un po’ come nella pancia della mamma”.

Il Sindaco Falcomatà, interpellato da StrettoWeb sul tema in occasione di un altro evento in città, ha spiegato che “l’Amministrazione Comunale, impegnata nel Welfare prima con Delfino e ora con Nucera, ha lavorato sotto un duplice profilo: mantenere quel presidio per gli anziani della città e allo stesso tempo consentirgli di farlo in una struttura agibile, funzionale e sicura. Siamo arrivati al termine, con un po’ di ritardo certo, ma ora siamo nelle condizioni di poterlo restituire. Lo faremo con una bella festa. In passato i nostri anziani ballavano sul Titanic, ricordiamoci la protesta delle Associazioni di volontariato che occuparono il Consiglio Comunale nel 2011. Oggi l’Amministrazione investe oltre 30 milioni di euro l’anno nel Welfare”.

Il Sindaco non perde il vizio di ricordare fatti di oltre 10 anni fa, di prima che arrivasse lui, quasi come a mascherare le sue inefficienze. Gli parlano del centro anziani chiuso d 9 mesi e lui torna indietro di 13 anni parlando di una protesta del 2011. E poi il primo cittadino nell’intervista cita Nucera come attuale Assessore al Welfare, peccato però che lo stesso Assessore – telefonicamente – abbia precisato alla responsabile anziani che non è più lei ad occuparsi della questione. Dove sta la verità? 

E infatti gli anziani non gli credono. Emblematico quanto accade nel corso dell’intervista alla responsabile, come si può vedere in basso. Quando facciamo sapere agli anziani che il Sindaco ha detto che il centro riaprirà, una signora si avvicina al microfono e urla “‘mbrugghini” (rivolto al Sindaco, ndr) abbastanza chiaro di quella che è la situazione – e la tensione – tra gli anziani, più di 100, lasciati a spasso. “Mi vergogno di un figlio, il Sindaco, che ha tolto le cose fatte dal padre, perché questo centro è stato ideato da Italo Falcomatà. A voi giornalisti ha detto che riaprirà? Al Sindaco Falcomatà abbiamo lasciato tre volte il numero di telefono per chiamarci, non ci ha mai voluto ricevere, non è mai venuto in Commissione”, ha poi aggiunto la responsabile.

Cardia: “rabbia e vergogna”

“Non si può che provare rabbia e vergogna, perché questo centro non è da considerarsi solo un edificio, ma il cuore pulsante della comunità locale, un luogo di valore inestimabile per la socializzazione e il supporto agli anziani che vi partecipano attivamente. Queste persone non sono meri oggetti da spostare, ma individui, a cui si deve rispetto e considerazione”. E’ quanto afferma il Consigliere Comunale Mario Cardia.

“È inconcepibile che, dopo vent’anni di dedizione e partecipazione attiva, questi anziani vengano trattati con tale disprezzo e indifferenza. Chiedo, quindi, con forza che venga ripristinata la piena operatività del Centro Sociale e che vengano prese tutte le misure necessarie per garantire agli anziani il diritto di continuare a usufruire dei servizi che il centro offre”.

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