Aggressione a Reggio Calabria: Falcomatà e il silenzio dei colpevoli

Perchè il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è rimasto in silenzio sull'aggressione da parte di un immigrato a una coppia di anziani?

StrettoWeb

Lo avrete letto nei nostri articoli. Avrete visto il video. Qualcuno ve lo avrà raccontato. A Reggio Calabria non si parla d’altro ormai da diversi giorni. Del resto, la brutale aggressione da parte di un immigrato a una coppia di anziani è un episodio che non può lasciare indifferenti. C’è chi prova paura pensando “e se ci fossi stato io al loro posto?“, c’è chi si arrabbia nel vedere un tale sfogo di violenza contro persone indifese e c’è anche chi sta zitto.

Mentre la polemica infiamma, l’opposizione chiede a gran voce di prendere provvedimenti, la polizia rintraccia e arresta l’aggressore e i cittadini sono sgomenti per l’accaduto, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è rimasto silente.

Un silenzio incomprensibile vista la ben nota attenzione e rapidità del Primo Cittadino al commento di episodi legati a cronaca e sociale. Falcomatà non ci ha pensato due volte a sgridare, con tanto di video, chi lavava la macchina durante il periodo di siccità; per non parlare del minaccioso “passa pa casa” utilizzato durante la pandemia di Covid; ma anche del rimprovero ai tamarri che giocavano a “murra” in pieno centro fra urla e schiamazzi.

Un sindaco talmente attento a ordine e disciplina, da sembrare quasi di estrema destra, non ha preferito parola sulla grave aggressione da parte di un nigeriano irregolare sul territorio nazionale, con precedenti per rapina aggravata e lesioni personali, nonché indagato per violenza sessuale.

Il silenzio di Falcomatà è il silenzio del PD che, a parti invertite sbraita gridando al fascismo e al razzismo, ma quando le violenze le fanno le cosiddette ‘risorse’, gli immigrati fatti entrare indiscriminatamente nel decennio di governi di Sinistra, la stessa Sinistra che ora ostacola le politiche del Governo Meloni su rimpatri e sicurezza del territorio nazionale, davanti a tali episodi si chiude dietro un clamoroso, quanto imbarazzante, silenzio.

E a scanso di equivoci, prima che qualcuno cerchi di buttare il tutto in caciara: il razzismo qui non c’entra nulla. Non si tratta dell’essere nero, bianco, italiano o straniero, nato e cresciuto a Reggio Calabria o proveniente da qualsiasi altra parte del mondo (come per altro anche le vittime della stessa vicenda!): la violenza non ha colore (di pelle e politico), non va taciuta e va condannata sempre a voce alta. Come diceva Michele Salvemini: “parla, perchè il silenzio è dei colpevoli“.

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