Terme di Galatro: terapie di qualità con le acque sulfuree calabresi

Le acque sulfuree delle terme di Galatro sgorgano a una temperatura di 37 gradi dalla fonte di Sant’Elia

Le terme di Galatro costituiscono senza alcun dubbio una delle principali attrazioni della zona di Reggio Calabria e, evidentemente, il principale motivo per cui Galatro – piccolo comune di circa 1.400 abitanti – è noto in tutta Italia.

Considerata infatti la presenza di ricche sorgenti di acque sulfuree, il comune ha ben pensato di sfruttare la sua caratteristica geologica per garantire la disponibilità di stabilimenti termali di alta qualità, sfruttate per processi terapeutici e per la ricerca del meritato benessere.

Le acque con qualità terapeutiche

Le acque sulfuree delle terme di Galatro sgorgano a una temperatura di 37 gradi dalla fonte di Sant’Elia, nell’area in cui sono presenti i resti di un antico monastero basiliano. Ricchissime di sali minerali, hanno lo zolfo come elemento principale, divenendo così similari ai componenti essenziali che sono già presenti nelle cellule dei tessuti e degli organi dell’uomo. Le acque delle terme di Galatro possono dunque interagire in maniera naturale con il nostro organismo, trasmettendo immediati benefici.

Situata a circa 2 km dal paese, in una gola del monte Livia, la sorgente ha alimentato la presenza di un importante stabilimento termale, edificato originariamente nel 1882 e più volte ristrutturato nel corso dei decenni successivi, fino ai giorni nostri.

Ad attribuirsi il merito di aver scoperto le qualità terapeutiche delle acque di Galatro sono stati proprio i monaci basiliani che avevano fondato il monastero nella zona, e che in seguito alle scorrerie saracene del 900, nel corso delle quali il cenobio di Tauriana venne distrutto, si rifugiarono sulle montagne di Galatro.

Sebbene le proprietà delle acque sulfuree di Galatro vennero immediatamente riconosciute e divennero straordinariamente celebri per le loro qualità positive, per tanti secoli la loro fruizione avvenne in modo semplice e rudimentale. Fino al 1891, per esempio, è noto che i pazienti interessati a fruire dei positivi trattamenti termali erano costretti a immergersi in alcune gore naturali in prossimità delle sorgenti o, in alternativa, in tini di legno che venivano sistemati sul fiume.

Solamente in un secondo momento venne realizzato il primo esempio di stabilimento termale, che contribuì ad accrescere la fama di Galatro in tutta Italia, inducendo migliaia di pazienti a ricorrere alle cure delle terme.

Lo stabilimento termale, per tanto tempo di proprietà dei privati, nell’ultima parte dello scorso secolo è tornato ad essere di proprietà pubblica grazie alla riconduzione della struttura nelle mani del comune.

Le terapie alle terme di Galatro

Con le caratteristiche di cui sopra, le acque delle terme di Galatro sono lungamente utilizzate per la cura di patologie di diverso tipo come – a titolo di esempio non esaustivo – le malattie reumatiche, otorinolaringoiatriche, ginecologiche, dermatologiche, delle vie respiratorie e dell’apparato osteoarticolare.

All’interno della struttura termale in cui è possibile fruire delle acque sulfuree sono presenti diversi trattamenti come aerosol, inalazioni, idropinoterapia, insufflazioni endo-timpaniche, irrigazioni vaginali e rettali, nebulizzazioni, fanghi, bagni, cure elettriche e massaggi. È inoltre possibile frequentare un centro estetico e un centro di riabilitazione funzionale in cui sono trattate malattie come patologie dell’apparato respiratorio e allergie, inestetismi della pelle, cellulite, patologie dermatologiche, patologie dell’apparato genitale e riproduttivo, malattie ginecologiche, patologie del sistema muscolare, patologie dell’apparato scheletrico.

Le altre attrazioni di Galatro

Oltre alle terme, Galatro è celebre per la chiesa di San Nicola, al cui interno si trovano un altare con alcune statue di inizio ‘500 che vengono attribuite alla scuola del Gagini, e una statua di marmo di San Nicola. Danneggiata dal sisma del 1783, ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei decenni successivi. Nel suo aspetto attuale l’edificio presenta una faccia semplice con un portale in pietra e una torre campanaria sul lato sinistro. La facciata è chiusa da un frontone triangolare ed è articolata in senso verticale dall’ordine delle lesene, e in senso orizzontale dalle cornici. Al centro c’è un unico ingresso preceduto da una scalinata, e incorniciato da un portale di marmo, sormontato da una finestra a vano rettangolare. L’interno si presenta con una navata unica, sicuramente più ricca, nell’aspetto, rispetto all’esterno più sobrio e rigoroso.

Si ricorda anche la presenza, a Cubasina, del monastero di Sant’Elia. Abbandonato nel XIV secolo dopo la fondazione dei basiliani, il monastero passò poi di mano ai frati cappuccini. Dopo esser stato danneggiato dal terremoto del 1783, il monastero fu soppresso nel 1808.