A seguito della fine delle ostilità delle guerre dell’Oppio e della rivolta dei Taiping, la Cina ebbe a subire una seconda sconfitta militare, conosciuta come “Guerra dei Boxer”. L’acronimo “Boxer” indica una corrente che nutriva un forte risentimento contro l’influenza straniera colonialista. Tale sdegno scaturì nella famosa belligeranza, che ebbe inizio il 2 novembre del 1899 e si concluse il 7 settembre del 1901 con una nuova sconfitta della Cina. Conseguenzialmente si verificarono delle modifiche territoriali accordate dalla Cina alle potenze vincitrici.
Dopo la vittoria della Guerra dei Boxer, il Regno d’Italia ottenne una serie di insediamenti territoriali, l’utilizzo di una serie di distretti commerciali internazionali come quello di Shanghai, un quartiere commerciale sia a Pechino che in altre città, lo scalo portuale di Taku. La presenza italiana, oltre che dai civili, era costituita anche da militari.
“Tracce d’Oriente: prime testimonianze di reggini nella Cina imperiale del novecento” è il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria. Con il termine “guerre dell’Oppio”, si intendono i due conflitti alla metà del XIX secolo, tra l’Impero cinese della dinastia Qing e le potenze occidentali guidate dalla Gran Bretagna, che si svolsero dal 4 settembre 1839 al 24 ottobre 1860.
Il conflitto, scoppiato per interessi militari e commerciali, si concluse con la vittoria delle potenze occidentali e con la stipula del Trattato di Nanchino e di quelli di Tientsin. Tale vittoria andò a rafforzare il controllo della Compagnia britannica delle Indie orientali, l’apertura di nuovi porti sul territorio cinese al commercio e la cessione dell’isola di Hong Kong al Regno Unito. A seguito di ciò ebbe inizio l’imperialismo europeo in Cina
. La vittoria occidentale trasformò di fatto la Cina in una colonia delle potenze europee, le quali si assicurarono consistenti privilegi e concessioni commerciali e territoriali in tutta l’area. Il Regno d’Italia cercò di ottenere, senza conseguire responsi favorevoli, delle concessioni territoriali, come ad esempio l’acquisizione dell’area del Chekiang o quello inerente alla Baia di San-Mun.
A seguito della fine delle ostilità delle guerre dell’Oppio e della rivolta dei Taiping, la Cina ebbe a subire l’invasione del Giappone, e successivamente alla suddivisione delle varie zone d’influenza da parte delle potenze europee. Iniziò così a serpeggiare un forte risentimento da parte della popolazione contro l’influenza straniera colonialista, che scaturì nella famosa “guerra dei Boxer”, che si concluse con una nuova sconfitta della Cina.
Dopo tale vittoria, il Regno d’Italia ottenne una serie di insediamenti territoriali, l’utilizzo di una serie di distretti commerciali internazionali come quello di Shanghai, un quartiere commerciale sia a Pechino che in altre città, lo scalo portuale di Taku.
La presenza italiana, oltre che dai civili, era costituita anche da militari, come Regia Marina, il primo battaglione di fanteria, il primo dei Bersaglieri, una batteria d’artiglieria da montagna, un plotone cavalleggeri esplorante, una batteria mitragliatrici, un distaccamento misto del Genio, e una sezione dei Real Carabinieri, Legione italiana Redenta, truppe del battaglione San Marco, ma anche diverse unità navali.
Il 18 ottobre 1903 venne inaugurata la stazione radiotelegrafica nella Regia Legazione d’Italia a Pechino e, per maggiore sicurezza, se ne installa una seconda a Tientsin, entrata in servizio nel febbraio del 1904. Nel 1935 la concessione italiana raggiunse una popolazione di 6.261 persone: circa 110 italiani residenti, oltre a diverse centinaia di italiani che vi avevano sedi commerciali. Nella comunità italiana residente sul territorio cinese, vi erano anche dei reggini, come attestato da alcuni documenti ritrovati, dopo pazienti e complesse ricerche da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”. Tale scoperta riveste una notevole importanza, in quanto, in un territorio lontano vi è la testimonianza di alcuni nostri concittadini nella Cina imperiale del novecento.
Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 29 marzo.