“Sessanta coppie di treni al giorno dai 3-4 del 2022, taglio di 200mila tonnellate di Co2 che diventeranno 700mila con la ‘sforbiciata’ delle navi di medio e lungo raggio e degli aerei. E un aumento totale già nel 2032, primo anno di attività del ponte del 31,6% del trasporto su ferrovia, passeggeri e merci“. A raccontare i numeri del Ponte sullo Stretto è, intervistato dal ‘Sole24Ore’, l’ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
Secondo l’ad, “l’analisi sviluppata sulla base delle linee guida del Mit e dei parametri europei evidenzia un valore attuale netto al 2032 di 3,9 miliardi come differenza tra i benefici e il costo per il periodo dal 2032 anno di apertura del collegamento, al 2061 quando cioè terminerà la concessione. Mentre il tasso di ritorno, cioè il rendimento ottenuto rispetto all’investimento, è pari al 4,5% contro lo standard Ue del 3% e già considerato un buon tasso. Questa analisi tiene conto da un lato dell’investimento di 13,5 miliardi per il progetto Ponte e dall’altro dei benefici per il risparmio di tempo e della riduzione di Co2 ottenuti con l’apertura del collegamento“.
Nel dettaglio, continua Ciucci, il traffico aumenterà e la previsione è quella di “60 coppie di treni al giorno contro le 3-4 di oggi. E lo spostamento modale sulla ferrovia: dal 3,2% di passeggeri nel 2022 al 27,1% nel 2032 che per le merci passa dal 2,7% al 10,4 per cento“. Inoltre, secondo le valutazioni sull’impatto ambientale, spiega l’ad, i numeri certificati dall’Emsa” indicano “un taglio di 200mila tonnellate di Co2 grazie alla cancellazione di 526.000 miglia nautiche sul breve raggio. Nel 2032 con il trasferimento sul ferro anche delle navi di lungo raggio e della modalità aerea prevediamo un abbattimento di 700mila tonnellate annue che al 2061 saranno pari a 10 milioni al netto delle emissioni in fase di cantiere“. Quanto al fronte dell’occupazione “le stime sono calcolate in unità di lavoro annue: ne abbiamo previste 4.300 l’anno con punte di 7mila sul cantiere che in sette anni fanno 32mila unità. Per l’indotto il totale è di 90mila addetti in 7 anni“.