Operazione Cloaca Maxima, sversamento illecito nel Crati: le condanne | NOMI

Un rischio per la salute dei cittadini: si chiude il capitolo del blitz che ha colpito l'impianto di Coda di Volpe a Rende

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L’operazione Cloaca Maxima è avvenuta nel febbraio del 2018: dopo sei anni di attesa e un lungo iter giudiziario, arrivano le richieste di pena per 6 imputati colpevoli di inquinamento ambientale. A seguito della sua requisitoria, il PM ha chiesto due anni per Vincenzo Cerrone (e multa da 10.000 euro), mentre per Dionigi Fiorita, Giovanni Provenzano, Annunziato Tenuta, Rosario Volpentesta e Eugenio Valentini, 1 anno e 4 mesi (più una sanzione da 8mila euro).

Il processo era partito a seguito di lunghe indagini scaturite da numerose denunce di cittadini: l’impianto di depurazione Coda di Volpe, infatti, è stato oggetto di accertamenti con i quali si è appurato lo sversamento di liquami direttamente nel fiume Crati, nella zona di Rende. I cittadini lamentavano acque schiumose e odore nauseabondo in alcuni punti dell’impianto con conseguente rischio per la salute pubblica.

All’epoca dei fatti, Cloaca Maxima venne definita dal procuratore Spagnuolo “la più importante indagine in materia di tutela dell’ambiente mai condotta nel Cosentino”. La sentenza di primo grado verrà pronunciata nel mese di aprile. L’udienza odierna si è conclusa con l’intervento delle parti civili e alcuni difensori degli imputati. Si tornerà in aula la prossima settimana.

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