“Nel primo tempo loro hanno fatto un gran gol, secondo me era punizione. Noi avevamo un rigore che non ci è stato dato. Questi sono gli episodi. Poi nella ripresa abbiamo fatto due grandi cappellate. Il Trapani ha dimostrato di valere quello che vale. L’obiettivo rimane quello dei playoff, è fuor di dubbio”. Così il patron e DG della Fenice Amaranto Nino Ballarino a Radio Febea al termine del match giocato e perso in casa della capolista Trapani.
“Questa partita doveva essere il meno indolore possibile”, ha aggiunto. “La squadra ha dimostrato di potersela giocare. Magari non siamo pronti come il Trapani e altre squadre, ma questo lo abbiamo sempre detto“. In realtà non sarebbe così. Anzi, tutto il contrario. Che il Trapani fosse superiore non era chiaro a tutti, non a loro, o perlomeno così non hanno intendere a piazza e tifoseria. Il Trapani non poteva essere diretta concorrente della Fenice Amaranto, anzi la Fenice non poteva essere diretta concorrente del Trapani. Il divario netto – già ampiamente evidente – si è visto oggi, al di là degli alibi. E quanto scritto e detto in estate e nei mesi successivi ben diverso era rispetto a quanto viene affermato oggi.
Tornando alle parole di Ballarino, il patron torna su marchio e nome: “Noi stiamo lavorando, ma è chiaro che se ancora non sappiamo come andrà a finire l’altra parte non possiamo chiedere niente a nessuno”.