Il Presidente della Fenice Amaranto, Virgilio Minniti, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Sud, parlando del lavoro di questi mesi da parte del club dello Stretto. A partire dall’estate e dalla scelta di coinvolgere Ballarino. “Conosco Nino Ballarino da molti anni, è un grande imprenditore e soprattutto una persona seria. Ci lega una stima reciproca. Sono stato io a coinvolgerlo, non appena gli ho parlato della Reggina e della possibilità di costruire qualcosa in una piazza così importante è stato subito entusiasta”.
“Io – continua Minniti – sono da sempre un tifoso amaranto. Fino a diciotto anni sono stato a Reggio e dunque ho potuto seguire gli anni d’oro della Serie A direttamente al Granillo. Poi ho vissuto fuori per motivi di studio e lavoro. Ugualmente ho sempre seguito la squadra, anche grazie ad altri amici”.
Fenice Amaranto, la Serie D e il problema Sant’Agata
Poi si passa al campionato di Serie D attuale. “Potevamo fare di più, qualche errore è stato fatto. Vorrei, però, ricordare a tutti che l’11 settembre sono andato a Roma a iscrivere la società e circa dieci giorni dopo si doveva scendere in campo. Abbiamo dovuto creare tutto dal nulla”.
La Fenice è tornata al Sant’Agata dopo l’assegnazione provvisoria fino a giugno e in attesa di bando pluriennale, ma le condizioni dei campi non permettono alla squadra di allenarsi. “Allo stato attuale la situazione dei campi del centro sportivo non è delle migliori. Al di là del fatto che l’attuale concessione è provvisoria, per riavere un campo in erba in buone condizioni occorrerebbe almeno un mese e mezzo. Investire oggi sulla struttura non sarebbe razionale”, ha aggiunto Minniti, che sempre sul centro sportivo rivela: “la nostra prima volontà è quella di restare al Sant’Agata. Seguo da sempre la Reggina e so anche quanto vale come simbolo per il calcio a Reggio. Attendiamo il nuovo bando e analizzeremo la situazione per capire come può essere valorizzato e migliorato”.
Il calciomercato e una piazza sempre più disinteressata
Non può mancare una domanda sul mercato, sulle scelte di gennaio e sul mancato arrivo dell’attaccante. “Ogni giudizio va tarato sul fatto che si è dovuta creare una squadra dal nulla in dieci giorni. Quello che hanno fatto Pellegrino e Bonanno non è da tutti. I bilanci però li faremo dopo l’ultima partita che giocheremo. Abbiamo preferito fare un mercato razionale perché la situazione di classifica non ci consentiva più di puntare al primo posto. Se fossimo stati ancora in corsa, avremmo avuto ancora budget a disposizione”.
La piazza di Reggio Calabria è sempre più disinteressata a questa società, non solo per la categoria ma anche per alcune scelte. Minniti la pensa così: “sono tifoso anch’io e capisco la delusione dell’ambiente per quello che è stato. Ci sono però persone come Ballarino che vengono a investire nel nostro territorio che forse meriterebbero maggiore vicinanza. Anche perché in società lavorano soprattutto reggini. Oggi la tifoseria è scottata da quello che è successo negli ultimi anni. L’obiettivo al momento è solo uno: riportare la Reggina tra i professionisti. La prossima stagione non vogliamo essere competitivi, ma se possibile qualcosa di più. Tra le nostre priorità c’è anche quella di far crescere il settore giovanile”.
Minniti su nome e marchio Reggina
Infine, una domanda su nome e marchio Reggina: “non appena ci sarà la revoca dell’affiliazione alla Figc della Reggina 1914 ci muoveremo per riavere il nome nei termini indicati dal regolamento. Anche il marchio, però, è una nostra priorità, sulla quale la proprietà è pronta a compiere passi concreti. Sogno al più presto un Granillo gremito di persone, un ambiente coeso e una Reggina che renda fiera la tifoseria”.