Le indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro proseguono anche dopo la sua morte. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone accusate di far parte della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Sono scattate le manette ai polsi per l’imprenditore Giovanni Vassallo, 71 anni; Emilio Alario, palermitano di 61 anni; Giuseppe Lodato, mazarese di 32 anni. A tutti e tre è stata notificata la misura della custodia cautelare in carcere.
L’inchiesta ha fatto luce sugli affari e sugli assetti del clan di Mazara del Vallo. Quest’ultimo è uno storico alleato fedele del capomafia Matteo Messina Denaro. Secondo le indagini coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia, Vassallo faceva parte della rete di fedelissimi che gestiva le comunicazioni di Messina Denaro. Non solo. Avrebbe anche contribuito a finanziare la sua latitanza.
Il clan, si è scoperto, stava cercando un rifugio sicuro in Tunisia per il latitante. Secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, uno degli arrestati, l’imprenditore Giovanni Vassallo, sarebbe stato contattato da Giovanni Scimonelli, tra i principali finanziatori della latitanza del capomafia di Castelvetrano, perchè gli trovasse anche un’abitazione in Tunisia. Solo la cattura di Matteo Messina Denaro ha fermato il piano del clan.



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