Secondo gli inquirenti Matteo Messina Denaro aveva interesse diretto “negli ingenti affari finanziari realizzati in Lombardia dal sistema mafioso lombardo“. E’ quanto scrive il pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti nel ricorso al Tribunale del Riesame, presentato dopo che il gip Tommaso Perna ha bocciato 142 delle 153 misure cautelari richieste dalla Procura. Il Gip ha riconosciuto per mancanza di prove l’esistenza della ipotizzata alleanza tra le tre mafie, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra.
Nelle oltre 1100 pagine dell’atto di appello, con cui il pm chiede di accogliere 79 misure in carcere rigettate dal giudice, ci sono diversi riferimenti alla figura di Messina Denaro.
Per la Dda la “cointeressenza” di Messina Denaro negli affari della “confederazione” di mafie, basata tra Milano e Varese, è data dal fatto che “esponenti mafiosi della Provincia di Trapani” e del “mandamento di Castelvetrano” ne “rappresentano una componente“. Tra questi Paolo Aurelio Errante Parrino, cugino del boss, per il quale è stato negato l’arresto per associazione mafiosa.
Nelle intercettazioni Matteo Messina Denaro è una figura che torna spesso e sarebbe stato colui a cui “inviare o dal quale ricevere ‘ambasciate’“, anche per la risoluzione di conflitti. In un’intercettazione ambientale del febbraio 2021, per esempio, Filippo Crea, che secondo i pm faceva parte dell’alleanza tra mafie, diceva: “Oggi gli ho cambiato un milione e due a questa persona (…) che è entrato nel consorzio a luglio (…) ha 20 milioni interrati (…) il suo socio … è quello là il super latitante“.
Secondo la Dda, inoltre, si sarebbero svolti una serie di “summit in Sicilia” che dimostrerebbero “i collegamenti tra il sistema mafioso lombardo e l’ex latitante“. Si è incontrato anche con un “uomo di fiducia” del boss, tanto che, sempre per la Dda, Gioacchino Amico, tra gli 11 arrestati ieri ma non per associazione mafiosa (per traffico di droga e estorsioni), si sarebbe preoccupato “nello stilare la lista degli invitati al proprio matrimonio” che fosse presente proprio questo “uomo di fiducia“.



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