Ponte sì, ponte no, questo è il dilemma. Mentre in Italia (e sullo Stretto) si discute circa la realizzazione del famoso Ponte, tra polemiche accese, proteste e botte e risposta sui social, all’estero quasi ci prendono in giro sull’argomento. Ma lo fanno bonariamente, chiedendosi come mai questo benedetto Ponte non sia ancora stato costruito. Un’attenta analisi viene riportata dall’autorevole sito inglese “The B1M” che conta oltre 24 milioni di visualizzazioni e si occupa esclusivamente di infrastrutture. A parlare del Ponte sullo Stretto è proprio il CEO del canale, Fred Mills, che intitola il pezzo “Il mistero del ponte italiano da 12 milardi di euro”.
Fred Mills riporta che, sin dai tempi degli antichi romani, si è pensato ad un’infrastruttura che collegasse la Sicilia alla terraferma ma, dopo tutti questi lunghi anni, l’unico collegamento possibile è il traghetto che, nei momenti di maggiore affluenza, può impiegare fino a 4 ore di tempo per raggiungere la costa calabrese. “Invece – afferma Mills – dopo oltre 50 anni di tentativi andati in fumo e per paura di un possibile intervento della Mafia, il Ponte sullo Stretto è divenuto simbolo di fallimento per l’Italia intera. Ma oggi, si vocifera, che la realizzazione dell’infrastruttura potrà avvenire. Resterà anche questa una leggenda o, finalmente, il sogno diverrà realtà?“.
The B1M riporta che la costruzione del Ponte si scontrerebbe con due significative problematiche: la prima riguarda l’acqua, dove due correnti contrapposte renderebbero difficile l’ancoraggio di piloni. La seconda invece, è di tipo “logistico”: lo Stretto di Messina infatti, si posiziona nel punto d’incontro tra le placche tettoniche di Europa e Africa. Il che, è facile a dirsi, potrebbe essere soggetto ad un violento terremoto (come quello del 1908 di magnitudo 7.1). Sfide difficili quindi, ma non impossibili.
Fred Mills infatti, assicura che il problema è di facile soluzione e che il progetto ingegneristico attuale lo dimostra benissimo: “il piano è quello di realizzare un ponte sospeso a campata unica che va da Torre Faro in Sicilia fino a Villa San Giovanni”. In questo modo quindi, si risolverebbe il problema delle correnti marine e dei terremoti: inoltre, per una maggiore stabilità, sono previste delle torri di ancoraggio sulle coste che renderebbero il Ponte ancora più fermo e stabile. E ancora, per evitare tragici eventi sismici, “l’infrastruttura verrà realizzata con uno stabilizzatore in grado di fare da cuscinetto: in questo modo il ponte avrebbe maggiore flessibilità di adattamento a eventuali scosse. L’intera opera acquisirà ancora più stabilità grazie a due impianti di ancoraggio contenenti oltre cinque milioni e mezzo di metri cubi di ferro e calcestruzzo“. Più fermo di così, non si può!
Mills infine, affronta anche il problema “estetico”: molti infatti pensano che il Ponte, una volta ultimato, sarà una sorta di “eco-mostro” che rovinerà il paesaggio. Anche qui, spiega The B1M, l’aspetto esteriore si armonizzerà perfettamente con l’ambiente circostante: l’innovativo design dell’infrastruttura lo renderebbe il più lungo ponte a sospensione del mondo, battendo il “Çanakkale” in Turchia. Diverrebbe quindi punto di grande attrazione per i turisti di tutto il mondo.
In conclusione, ci sembra doveroso riportare la frase d’apertura di Mills: “perché questo Ponte non è stato ancora costruito?”. E a fornire la risposta non siamo noi – visto che siamo di parte – ma lo stesso autore: “i vantaggi di questo ponte sono immensi: la Sicilia diverrebbe punto di incontro per gli scambi internazionali, si creerebbe un incredibile collegamento per l’intero continente europeo e, non meno importante, trasformerebbe l’economia del Mezzogiorno, da sempre conosciuto come la parte più povera d’Italia”. A voi i commenti.