E’ la cappella più lussuosa del cimitero di Castelvetrano, quella della famiglia Messina Denaro. Qui verrà tumulata la salma di Matteo Messina Denaro e sempre qui è sepolto il padre, don Ciccio. Proprio in quella cappella anni fa gli inquirenti piazzarono delle microspie, scoperte dalla famiglia del boss. Gli inquirenti, che stavano cercando il padrino rimasto latitante per trent’anni, avevano nascosto le cimici dietro una lapide.
Nascondere le microspie nella tomba di famiglia era necessario per ovviare al fatto che i famigliari evitavano di parlare in casa, temendo di essere intercettati. La speranza era che i parenti di Messina Denaro parlassero al cimitero, fornendo così indicazioni utili sul nascondiglio del capomafia. Un caso fortuito, però, fece saltare il piano degli investigatori. Un violento temporale danneggiò la lapide e l’attenzione dei familiari del boss venne attirata da una serie di fili pendenti da dietro. I Messina Denaro denunciarono la vicenda alla polizia.
Il carro funebre giunto all’Aquila
Intanto, nel pomeriggio di oggi, il carro funebre della agenzia di pompe funebri di Castelvetrano che dovrà trasportare la salma di Matteo Messina Denaro in Sicilia è arrivato all’Aquila. A quanto si è appreso dentro c’è anche una bara di legno di cedro. Delle pratiche burocratiche per lo sblocco del nulla osta al trasporto si sta occupando la ditta aquilana Pacini di concerto con la Questura.
L’autopsia sul corpo del boss morto l’altra notte nel reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila è quasi terminata. La volontà della Procura aquilana in contatto con i colleghi di Palermo è quella di permettere alla salma di partire entro la serata di oggi, con tutti i servizi di sicurezza al seguito.
Sit-in di protesta a Castelvetrano
Un sit-in alla villa Falcone-Borsellino di Castelvetrano, domenica alle ore 11. È la proposta dell’avvocato John Li Causi che ieri, leggendo sui social alcuni messaggi di condoglianze alla famiglia Messina Denaro e di mitizzazione del boss defunto, si è indignato, come spiega l’Ansa. “Ci sono stati moltissimi altri che, invece, hanno manifestato il loro disgusto per il suo operato, esprimendo il loro pensiero contro la mafia, il loro ricordo delle vittime innocenti“, dice Li Causi.
L’avvocato che opera in città ha pensato a un sit-in aperto a tutti i cittadini, associazioni di categoria, sindacati, politici: “la maggioranza dei castelvetranesi e campobellesi e dei siciliani tutti non era e non è con la mafia – dice – rischiamo oggi di passare per la seconda volta, dopo quella avvenuta a gennaio di quest’anno, l’ennesima gogna mediatica per colpa di poche persone ignoranti e senza valori“. Per Li Causi “bisogna fare qualcosa per non lasciare a pochi stolti e leoni da tastiera il palcoscenico di questo momento storico“.



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