Ancora ci sembra strano. Noi, che parlavamo di lui come l’allenatore della Reggina, della Reggina del presente e di quella del futuro, avevamo l’oro e neanche lo sapevamo. O, quantomeno, lo sapevamo e forse non ce ne rendevamo conto. Poi, come accade nella vita, è quando perdiamo qualcosa che ci rendiamo conto del valore che aveva. Pippo Inzaghi a Reggio Calabria era Re. In un calcio sempre meno romantico, e in un’epoca – quella amaranto – in cui non è di certo il caso di innamorarsi delle persone, lui faceva eccezione. E raccontavamo ogni giorno l’Inzaghi uomo, prima che l’Inzaghi allenatore. L’Inzaghi marito e l’Inzaghi papà.
Continuiamo a farlo, adesso, nonostante per ora non ci sia quella che è stata anche la sua Reggina. Ma rimane l’Inzaghi uomo e l’Inzaghi papà. Con il piccolo Edo, sempre più grande e sempre più bomber, come Superpippo. Non è passato neanche un anno dal primo gol sotto la Sud del Granillo di dicembre (Reggina-Bari), solo qualche mese da quello della manifestazione del 9 agosto, ultima degli Inzaghi su quel prato verde. Il piccolo di casa Inzaghi continua a crescere a “pane e pallone”. Sempre più perfezionista, allenato dal papà, ora ha imparato anche ad esultare come lui: con gioia, col sorriso, con enfasi. Il video in evidenza, da lui stesso pubblicato, è quanto di più tenero si possa vedere dell’amore tra un papà e il proprio figlio. Tira il pallone, il primogenito del mister, fa gol, e poi via ad esultare correndo dal padre. Una, due, tre, quattro volte, all’infinito. Cosa avevamo, a Reggio Calabria…