Rispetto a questioni come la deroga al tetto dei 240mila euro per i compensi relativi alla società che deve realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, “penso che dobbiamo smetterla di trattare questi temi con gli occhi dell’antipolitica. La deroga al tetto dei 240mila euro è un’opzione lecita per tutti quei ruoli tecnici che sono esposti, in termini di retribuzione, alle dinamiche del mercato“.
Lo dice in un’intervista a La Stampa il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. E’ necessario distinguere “tra chi offre il proprio sapere e le proprie competenze tecniche per realizzare un’opera – aggiunge il ministro – e chi ha scelto in modo consapevole di servire lo Stato assumendo ruoli di rappresentanza nelle istituzioni o di governance nelle aziende pubbliche. A questi secondi spetta non solo l’onore ma anche l’onere della sobrietà, la disponibilità a mettersi in gioco per un valore molto più alto rispetto alla mera convenienza economica”. Come ministro della Pa, dice poi Zangrillo, “vorrei disporre di tutti i fondi necessari per soddisfare i 3,2 milioni di dipendenti pubblici, anche dal punto di vista salariale, ma non operiamo a risorse infinite“.
Occorre quindi “garantire una dinamica retributiva adeguata senza scassare i conti dello Stato“. Inoltre “dobbiamo fare in modo che le nostre persone siano soddisfatte perché sanno di far parte di una organizzazione che si preoccupa di formarle, di dare loro opportunità di crescita dal punto di vista organizzativo, di essere misurati per quello che valgono e di disporre di tutte le soluzioni di welfare aziendale che garantiscono un corretto equilibrio tra l’impegno professionale e la vita personale. È quello su cui stiamo lavorando“.
Il ministro ha ereditato “un grave ritardo nella chiusura della tornata 2019-2021 dei contratti pubblici. Tra lo scorso novembre e questa primavera ho firmato il rinnovo per 2,4 milioni di dipendenti – osserva -. Mancano adesso i contratti dei dirigenti medici e degli enti locali, che conto di sottoscrivere in autunno“.