Reggina, era giusto così. Per tanti motivi.
Perché… “non vonnu iri e playoff”.
Perché… “eh ma le 17 sconfitte” (ma perché le 17 vittorie?).
Perché la squadra amaranto per tutta la stagione non è mai uscita dalle prime 8, al netto della penalizzazione.
Perché era un campionato difficilissimo, senza squadre materasso o Cenerentola, come dimostrano le retrocesse.
Perché si deve andare a guardare quanto ha speso chi è retrocesso e quanto spende chi ai playoff ci è andato e ha fatto solo 5 punti in più sul campo.
Perché questa squadra ha presentato l’allenatore quando le altre avevano già due settimane di ritiro.
Perché questa squadra ha fatto una preparazione a metà e ora la paga (vedi condizione di qualcuno o infortuni lunghi e pesanti di altri).
Perché nel girone di ritorno ne ha dovute sentire di ogni, tra chi parlava di esclusione, di -5 e poi -7 e poi meno…male che ne hanno inflitti meno (forse si sbagliavano).
Perché il Dio del calcio di cui parla Inzaghi ha deciso che Canotto doveva festeggiare il compleanno così, dal momento che ha fallito tre volte ma poi ha avuto la palla giusta.
Perché sempre quel Dio del calcio ha deciso che, un anno esatto dopo l’incubo di una scomparsa quasi certa, era giusto che la città ritrovasse una gioia così grande, che entra di diritto nella storia ultracentenaria.
Perché… forse non c’è un perché, ma semplicemente doveva andare così.