Messina Denaro, scoperto il finanziatore della sua latitanza. Vittorio Sgarbi fu profetico

Vito Nicastri, "re dell'eolico", è ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro

StrettoWeb

Sebbene Matteo Messina Denaro avesse nelle sue disponibilità un patrimonio economico solido, trent’anni di latitanza non sono pochi. E soprattutto non sono economici. Da tempo, dunque, si cercava chi avesse finanziato in maniera corposa il boss di Cosa nostra. Ieri, la procura generale di Palermo ha chiesto la condanna a 10 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni dell’imprenditore trapanese Vito Nicastri, “re dell’eolico”. Quest’ultimo è ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

La procura ha chiesto anche 12 anni per Leone Melchiorre, accusato di estorsione aggravata. Soprannominato il re dell’eolico per i suoi investimenti nelle energie rinnovabili, Nicastri era stato condannato dal Gup, in abbreviato, a 9 anni di carcere al termine di una inchiesta coordinata dal pm della Dda Gianluca De Leo. La sentenza venne ribaltata in appello e l’imprenditore fu assolto dall’accusa di concorso esterno e condannato solo per l’intestazione fittizia a 4 anni e 3 mesi. La Cassazione annullò con rinvio la sentenza e dispose il nuovo processo di appello. Procedimento che è attualmente in corso.

Il nome di Nicastri emerse anche nell’ambito di una inchiesta che ha coinvolto il suo socio, il faccendiere ex consulente della Lega, Francesco Paolo Arata, indagato per corruzione. Secondo l’indagine condotta dalla Dda di Palermo vi era un giro di mazzette alla Regione siciliana finalizzate ad agevolazioni nelle pratiche relative agli investimenti nelle energie rinnovabili. Nicastri patteggiò una condanna a 2 anni e 8 mesi. Arata, invece, è ancora sotto processo.

Sgarbi associò Messina Denaro all’eolico

Lo scorso mese di aprile, circa un mese fa, Vittorio Sgarbi, a margine di una conferenza stampa sulle energie rinnovabili, aveva associato Messina Denaro al business dell’eolico. “La vera trattativa Stato-mafia è questa devastazione che c’è in Italia con la cancellazione del suo paesaggio. Se Matteo Messina Denaro ha i suoi affari in un luogo dove poi mettono le pale eoliche, vuol dire che lui ha ottenuto l’autorizzazione. Ma da chi? E come ha fatto a metterle? Perché Matteo Messina Denaro era così interessato all’eolico? Perché è il modo migliore per guadagnare soldi attraverso la complicità dell’amministrazione pubblica che ti dice puoi farlo. Dovunque la Sicilia è devastata“.

Io credo che il tema debba essere affrontato dall’antimafia e mi ci appellerò. La mia posizione è riconosciuta, ovvia, e condivisa – aveva precisato Sgarbi -. Perché in Puglia ci sono 1700 pale eoliche e in Piemonte solo 9? Perché la criminalità pugliese ha un interesse economico. Ho la sensazione che questo governo non abbia chiaro che quello che sta accadendo realizza interessi criminali“.

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