Reggio Calabria: per Maria Antonietta Rositani inizia il percorso terapeutico per la cura delle cicatrici da ustione

Reggio Calabria: Maria Antonietta Rositani inizia la cura pro bono con Biodermogenesi

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Dopo i risultati sorprendenti ottenuti nella cura delle cicatrici da acido della signora Filomena Lamberti, che ha riacquistato finanche la sensibilità del volto, e il cui caso è stato pubblicato sulla rivista specialistica Bioengeneering, Biodermogenesi® torna in prima linea al fianco delle vittime di violenza di genere. Grazie all’impegno dei suoi specialisti, inizia il percorso terapeutico Maria Antonietta Rositani, la donna calabrese scampata al tentativo di omicidio da parte dell’ex marito che nel 2019 provò a ucciderla dandole fuoco.

L’uomo evase dai domiciliari che stava scontando nel Napoletano e si presentò a Reggio Calabria da lei. Maria Antonietta riportò ustioni sul 50 per cento del corpo. In seguito all’aggressione trascorse 20 mesi in ospedale tra terapia intensiva e decine di interventi chirurgici.

Allo stato attuale la Signora Rositani presenta ustioni diffuse sugli arti inferiori, con fibrosi estese, rilevanti e profonde che le rendono difficile il movimento delle gambe e che determinano un rapido affaticamento ed indolenzimento semplicemente stando in piedi.

Sono diventata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Ma le vittime vanno aiutare concretamente come sta facendo con ne Biodermogenesi®. Ho da sempre lasciato da parte il vittimismo, mostrandomi come una donna che ce l’ha fatta. Ma questo approccio fa sì che spesso non venga capita e la mia condizione sottovalutata. Paradossalmente in ospedale ero protetta e curata. Una volta fuori, invece, curarmi adeguatamente con la pensione di invalidità è quasi impossibile. Nel male però ho scoperto l’altro lato della medaglia: il mondo è al contempo un posto meraviglioso. Ho ricevuto l’affetto e il sostegno di tante persone che si sono strette intorno a me. Grazie a loro ho ancora la possibilità di sognare una vita normale e sperare che le mie cicatrici non regrediscano“, racconta la Signora Rositani.

Le cicatrici da ustione

L’ustione in fase acuta viene trattata con medicazioni quotidiane previa detersione con soluzioni a base di clorexidina, fisiologica e creme a base di sulfadiazina argentica, acido ialuronico, ossido di zinco, garze grasse, paraffinate non aderenti. Superata la fase acuta, la pelle reagisce alla perdita di sostanza con un fenomeno di riparazione esteticamente evidente, non bello. Rimane, infatti, priva di alcune sue caratteristiche più comuni come i bulbi piliferi, le ghiandole sudoripare, le ghiandole sebacee e annessi pigmentari, nonché le linee cutanee (dermatoglifi) che determinano l’unicità della pelle, come nelle impronte digitali. Gli aspetti più caratteristici che differenziano le cicatrici “comuni” da quelle da ustioni sono sicuramente la fibrosi e lo stato flogistico. Anche dopo la fase acuta, infatti, la cicatrice da ustione, seppur formata, continua a mantenere attivo un importante processo infiammatorio che nel tempo provoca una fibrosi cicatriziale, tutto ciò si traduce spesso nella formazione di cicatrici ipertrofiche o di cheloidi“, spiega il Dottor Salvatore Marafioti, Dirigente Medico Ospedaliero, senologo, chirurgo generale ed estetico presso l’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena.

I trattamenti fino ad oggi utilizzati

I risultati sino ad oggi ottenuti nel trattamento delle cicatrici sono tra i più vari. Dipendono da innumerevoli fattori come la sede anatomica della cicatrice, la profondità del danno, l’estensione, la causa che ha condotto alla sua formazione, il tipo di pelle, le varie metodiche utilizzate per trattarla. Comunemente, i trattamenti più utilizzati vanno dai massaggi, all’applicazione di creme o lamine a base di silicone, acido ialuronico, guaine compressive conformate da indossare per attenuare lo spessore delle cicatrici neoformate, radiofrequenza di tutti i tipi, elettroporazione, laser, trattamento chirurgico, esfolianti, peeling, termoabrasione ed altri. L’associazione di tutte queste metodiche in un tempo X molto variabile può dare un beneficio estetico. Raramente, per mia esperienza, ho assistito alla così detta “restitutio ad integrum”, se non per cicatrici di modeste dimensioni e su zone del corpo non particolarmente esposte e con un elevato grado di elasticità tissutale“, continua il Dottor Marafioti.

La metodologia Biodermogenesi®

A differenza delle altre tecnologie che determinano un danno ulteriore stimolando la riparazione tissutale, Biodermogenesi® agisce favorendo direttamente la rigenerazione cutanea erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto. Contemporaneamente i campi elettromagnetici favoriscono la formazione di nuove fibre elastiche e di collagene che permettono di rimodellare il tessuto cutaneo, avvicinandolo alla sua forma migliore. Logicamente, la rigenerazione della pelle della signora Rositani, ustionata e coperta di cicatrici e fibrosi profonde, sarà molto più complessa di quanto normalmente avviene con le normali cicatrici che abbiamo trattato sino ad oggi. L’obiettivo è un miglioramento funzionale del tessuto ustionato, con una progressiva riduzione delle fibrosi ed un ammorbidimento che dovrebbero permettere una migliore funzionalità e motilità degli arti inferiori. In precedenti esperienze abbiamo assistito ad una regressione delle fibrosi da ustione, con un ammorbidimento del tessuto cutaneo ed un recupero della motilità, seppur in presenza di ustioni meno gravi e meno diffuse. Nel caso specifico il nostro obiettivo è replicare tali esiti, anche se probabilmente dovremo impiegare più tempo ed un maggior numero di sedute“, afferma Maurizio Busoni, Ricercatore, Docente presso il Master di Medicina Estetica dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Barcellona e Responsabile del Progetto RigeneraDerma.

La valutazione ecografica di una cicatrice da ustione

Rappresenta un’ottima metodica che consente allo specialista di documentare i vari step del percorso. Importante risulta la valutazione dell’estensione, profondità, aspetto flogistico, tessuti circostanti ed eventuale danno diretto o indiretto, assetto vascolare, reazione tissutale dei vari strati che lo caratterizzano. In particolare, l’aspetto vascolare delle lesioni e dei tessuti circostanti è sicuramente uno dei più importanti nella scelta del trattamento da eseguire. Ci sono moltissimi casi di ipoafflusso o anche iperafflusso che è bene sapere e documentare prima di cominciare i trattamenti. L’ecografia è di grande aiuto anche nel valutare i tessuti che caratterizzano le cicatrici ipertrofiche o i cheloidi, poiché ci fornisce informazioni, un tempo ignorate, che oggi si è visto avere grande importanza. Queste ed altre valutazioni vanno fatte sia in fase iniziale di programmazione del percorso che si è scelto, quindi pre-trattamento, sia durante per valutarne l’efficacia, i risultati intermedi e di conseguenza le eventuali modifiche o accorgimenti terapeutici da apportare, sia alla fine per trarre le giuste conclusioni e stabilire eventuali successivi step se necessari“, sottolinea il Dottor Marafioti.

Per la prima volta body scanner e impedenziometria

Il body scanner è una tecnologia tridimensionale che acquisisce un modello del corpo del paziente a 360 gradi. In pochi secondi è in grado di ricreare l’immagine 3D della persona, una sorta di avatar, che restituisce tutte le principali misurazioni e volumi, comprese: circonferenza, altezza e composizione corporea. Questo strumento rende perciò possibile visualizzare le modifiche di qualsiasi parametro, fornendo una rappresentazione visiva del cambiamento in modo istantaneo, che risulta quindi ben misurabile e credibile. È come scattare una fotografia al tempo 0 per poi valutare in itinere ogni minimo cambiamento e soprattutto poter fare un confronto oggettivo al termine del percorso terapeutico. In una paziente con rilevanti ed estese ustioni su gran parte del corpo, l’obiettivo è ripristinare l’idratazione. A tal fine, è molto importante valutare i diversi gradi di disidratazione dei tessuti e la parte conduttiva dei due emisomi. Ecco perché per la signora Rositani abbiamo scelto di utilizzare anche l’analisi impedenziometrica, che mostra tutto ciò che non è né grasso né osso, quindi ricco di acqua. Senza voler nulla togliere allo strumento ecografico, il body scanner e l’impedenziometria, renderanno la valutazione del percorso terapeutico ancor più oggettiva. Per la Signora, inoltre, si è scelto di utilizzare il dinamometro per misurare con accuratezza la forza contrattile e comparare la stretta di mano destra con quella sinistra“, sottolinea il Dottor Claudio Pecorella, Nutrizionista presso la FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio.

L’impegno pro bono degli specialisti Biodermogenesi®

Sono molto sensibile alle violenza di genere. Quando mi è stato chiesto di fornire un supporto per alcune valutazioni e per verificare l’effetto dei trattamenti e quindi il percorso terapeutico della signora Rositani, non ho esitato neanche un attimo, ho accettato subito», racconta il Dottor Pecorella. «Sono stato ben lieto di offrire professionalità e competenza con il massimo impegno possibile e l’ausilio di tecnologie di altissimo livello, ad una donna che ha saputo andare avanti ed affrontare a testa alta una tragedia devastante, divenendo un esempio importante per migliaia di altre donne che non sanno o non riescono a dire basta ad atti di violenza- continua il Dottor Marafioti– Mi piace immaginare questo impegno con la signora Rositani, non come un trattamento medico o curativo ma come un percorso da fare insieme con l’obiettivo di raggiungere un risultato che possa essere tradotto in un importante momento di crescita sociale e culturale per la nostra terra, le donne e le persone di tutto il mondo che sono vittime di violenza. Sono certo che questa esperienza porterà nella mia vita personale e professionale un grande arricchimento umano. Spero possano esserci altre iniziative di questo tipo e che tanti altri colleghi abbiano il piacere di parteciparvi“, sottolinea l’esperto.

È mia convinzione che la vera nobiltà della medicina consista nel migliorare la qualità della vita delle persone. Quello che viene fatto in tal senso assume un valore profondo con uno scambio reciproco tra professionisti, ricercatori e medici, da un lato e pazienti dall’altro. Biodermogenesi® permette quindi la creazione di valore per tutti i protagonisti della sua filiera: il paziente innalza i propri standard quotidiani e migliora la propria vita, mentre i professionisti che lo hanno assistito vivono un momento di gratificazione professionale e di crescita umana estremamente appaganti e motivanti per continuare il percorso intrapreso“, ribadisce Maurizio Busoni.

Il progetto RigeneraDerma

Ogni anno, nei soli Paesi sviluppati, vi sono mediamente 100 milioni di persone con nuove cicatrici. Ciascuna di queste porta con sé un trauma psicologico e relazionale, causando alla persona un vero e proprio blocco emotivo che determina ansia e la convinzione di non poter avere una vita sociale normale. Per supportare le vittime, nasce RigenerDerma, un progetto che ha come obiettivo curare 500 persone sane gravate da cicatrici al volto, che altrimenti non potrebbero sostenere economicamente tale terapia. Il progetto è stato presentato presso la Camera dei Deputati lo scorso aprile, impiega la metodologia Biodermogenesi® e coinvolge l’Università di Verona con l’obiettivo di ridare alle persone la propria immagine e quindi la propria qualità della vita.

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