Video Latella, Tuccio: “da Striscia agli utili idioti”

A dire la sua sul "caso Latella" è anche l'ex Assessore Luigi Tuccio: "il vero dramma cittadino resta la carenza di intelligenza degli elettori che continuano a non comprendere il valore della propria arma, consistente nel valore esplosivo della matita nel chiuso della cabina elettorale"

Sul “caso Latella” arrivano sempre più interventi, dopo il video del Consigliere diventato virale e arrivato addirittura a Striscia La Notizia. A dire la sua è anche l’ex Assessore Luigi Tuccio: “Se Atene piange, Sparta non ride, del ché non sfugge al Quisque de populo associare al goffo intervento del consigliere comunale di maggioranza, finito su “Striscia”, per non avere saputo riportare il concetto che gli era stato spiegato, quello del leader di centrodestra, già tronfio di avere dato del “carrialande” al Sindaco”, si legge.

“Di atti consiliari, licenziati a seguito di serio dibattito politico culturale, non ne riceviamo notizia da tempo immemore – prosegue – ed intanto la città, ridotta allo stremo, ha assunto i connotati di periferico campo di battaglia medio orientale, abbandonato dalle milizie belligeranti. Ma il vero dramma cittadino resta la carenza di intelligenza degli elettori che continuano a non comprendere il valore della propria arma, consistente nel valore esplosivo della matita nel chiuso della cabina elettorale che, caricata con i pallettoni della cultura e della competenza, consentirebbe di sterminare ogni forma di mediocrazia imperante nel malgoverno della cosa pubblica!”.

“E di questa arma, abilmente neutralizzata da abili “distrattori” di massa, ora con strategia della tensione, ora con notizie vacue, ne approfittano i mediocri della politica provenienti dal contado cittadino, ergendosi come querce in uno sterminato campo di patate!, costruendo carriere politiche altrimenti impensabili”.

“Eppure un rischio ancora maggiore si profila all’orizzonte delle prossime elezioni e cioè quello della individuazione dell’utile idiota di turno, registrato da trasversali intrecci di potere politico affaristico che continueranno ad imperare fino a quando i partiti, quelli seri, non riterranno tornare ad interagire con i territori, ascoltarne le istanze e valorizzare le eccellenze, nella mai sopita speranza che qualche sparuta presenza reggina avrà il coraggio di non abbandonare la città, oramai depressa e ridotta allo stremo”.

E conclude: “in tale assenza, soltanto le aggregazioni civiche, unite dall’amore per la città, previo abbattimento degli steccati ideologici, potranno dare luce e speranza a Reggio, prevalendo sulla mediocrità!”.