Cambia la proprietà, l’allenatore, la stagione e una parte di calciatori, ma anche quest’anno c’è un comun denominatore con le annate precedenti, le altre due in Serie B della Reggina dal suo ritorno tra i cadetti: i periodi negativi coincisi con le sconfitte in serie. Più di un anno fa Aglietti pagò questo con l’esonero, stesso epilogo per Toscano l’anno prima ancora. Per Inzaghi, invece, non sarà così.
Questo è il suo primo di tre anni di costruzione di un percorso e di un progetto; la crisi è apparentemente solo di risultati, visto che la squadra – rispetto a quella dei due precedenti allenatori – ha un’anima e una fisionomia; pur avendo sbagliato in alcune circostanze, come ad esempio Cittadella e Cosenza, almeno per quest’anno gli alibi per lui sono tanti, dalla preparazione ridotta a un organico che non è assolutamente da primi posti. Insomma, finora ha anche compiuto un mezzo miracolo.
Proprio per questo, come dicevamo, Inzaghi non farà la fine di Toscano e Aglietti. E’ quanto scrive anche Gazzetta dello Sport nelle pagine regionali di oggi. La rosea, però, punta il dito contro il ds Taibi, l’unico in dirigenza ad essere rimasto in queste tre annate contraddistinte da periodi negativi.
“Chi avrebbe mai scommesso un centesimo di euro al termine del girone d’andata, chiuso in beata solitudine al secondo posto con 36 punti e a 3 dalla vetta, di vedere adesso la classifica della Reggina distante 19 lunghezze dalla capolista Frosinone e 7 dal Bari che occupa l’altro posto utile per la promozione diretta in A?”, si domanda la Gazzetta.
“Così Pippo Inzaghi, con il ko di sabato col Parma, riesce ad emulare i suoi predecessori Toscano e Aglietti i quali, in periodi diversi, rimediarono 6 sconfitte nelle ultime 7 gare che costarono loro l’esonero. Non siamo sotto l’era Gallo, mangia allenatori, così Pippo può stare tranquillo e sereno e cercare la svolta. Chi dovrebbe, invece, dare una risposta secca e senza giri di parole, visto che ha vissuto in prima persona l’identico periodo buio, sia sotto la gestione del patron di Primavalle che adesso con Saladini, è il direttore sportivo Massimo Taibi”, aggiunge.
“Sicuramente è fin troppo facile addossare tutte le responsabilità all’imprenditore lametino per non avere aperto il portafoglio nel mercato di gennaio, però i 4 volti nuovi arrivati ad ora non hanno inciso”.