Reggina, Cardona: “non ci hanno fatto prendere Forte”. E poi i retroscena sulla scadenza di domani

Domani c'è la scadenza del 16 marzo: il Presidente della Reggina Marcello Cardona prova a fare chiarezza, gli fa eco Angelo Ferraro

StrettoWeb

In attesa del big match di sabato contro il Cagliari, la Reggina è sempre “dentro” la questione concordato con il Tribunale, vicenda che non vede l’ora di chiudere per ovvi motivi. Un mese dopo la scadenza del 16 febbraio, ora si ripresenta quella del 16 marzo, con modalità identiche. La società ha chiesto al Tribunale di poter pagare i contributi Inps e aspetta risposta, come scritto ieri su StrettoWeb.

Ha provato a chiarire la situazione, in un’intervista al Corriere dello Sport, il Presidente Marcello Cardona: “l’obiettivo è stato ed è quello di non violare i termini perentori previsti dalle Noif, dopo aver rispettato tutte le procedure propedeutiche all’iscrizione al campionato. L’operato della proprietà è stato sempre funzionale alla trasparenza, alla legalità e alla sostenibilità finanziaria del club. Abbiamo avuto l’ispezione della Covisoc a metà febbraio fornendo tutti i documenti richiesti e non ci è stato contestato nulla finora. C’è un accertamento in corso e aspettiamo di conoscere il percorso che ci sarà richiesto di effettuare. La nostra volontà e il nostro interesse è unicamente quello di rispettare le regole dell’ordinamento generale e di quello sportivo”.

E in merito al mercato di gennaio, Cardona svela un retroscena legato agli impedimenti effettivi per poter operare a causa di questa situazione: “non è stato possibile rafforzare la squadra per rispettare i parametri imposti dalle normative. Il Tribunale ha detto no al tesseramento di Forte, un nostro obiettivo dichiarato. Come spiegare l’ingaggio di Inzaghi? Abbiamo scelto un tecnico proveniente dalla cadetteria, capace come dimostrano i risultati. C’è chi ne ha cambiati cinque di allenatori in questa stagione. Il progetto della Reggina è a medio e lungo termine. Vogliamo far riappassionare la gente ai nostri colori col bel gioco. Poi Pippo ha bruciato i tempi e i risultati hanno sorpreso anche noi. Oggi la Reggina è in mezzo al guado: se torna indietro fallisce, se va avanti rischia di violare delle norme dell’ordinamento sportivo. Ma è il Tribunale che detta i tempi e in ogni caso abbiamo chiesto di poter pagare. Possiamo farlo. La proprietà ha aziende quotate in borsa i cui bilanci sono certificati, come quello della Reggina, da Deloitte”.

Gli fa eco il socio di Saladini, Angelo Ferraro, che entra nel dettaglio delle scelte tecniche: non è affatto vero che abbiamo fatto progetti faraonici, ingaggiando calciatori che non potevamo permetterci. Molti giocatori li abbiamo ereditati dalle scorse stagioni, poi abbiamo puntato su giovani di qualità, peraltro in prestito. È stato bravo il nostro direttore sportivo Massimo Taibi a scegliere talenti come Fabbian, Pierozzi, Contini. Tutti in prestito. Hernani? Altro elemento non di proprietà. L’unico sforzo era stato fatto per Santander, ma non si è integrato e a gennaio è andato via insieme ad altri quattro o cinque giocatori”.

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